22 Marzo 2016, 20:55
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PALERMO – Cinque ore di interrogatorio per negare di avere fatto prostituire la baby squillo. Niente soldi, solo divertimento. All’inizio era un gioco e poi si è trasformato in un girone dantesco, forse più grande degli stessi protagonisti.
Così lo descrive Francesco Nicolicchia in cella da alcuni giorni per sfruttamento della prostituzione. Un girone popolato da decine di professionisti. Non ci sono, infatti, solo i dieci clienti finora identificati dalla Squadra mobile, ma molti più uomini danarosi e rispettabili che hanno pagato fino a 300 euro per incontrare Naomi, sedici anni. E forse non c’è la sola Naomi.
Davanti al giudice per le indagini preliminari Lorenzo matassa e al pm Claudio Camilleri l’uomo nega le accuse di avere sfruttato il corpo della minorenne per fare affari. Mentre si difende aggiunge, forse senza accorgersene, decine di nuovi particolari e circostanze. Descrive la minorenne non come vittima, ma come complice dei giochi erotici. Che sarebbero avvenuti anche in altre città. Non solo a Palermo, ma anche a Trapani, Catania e Licata. Tira in ballo altri professionisti, tra cui un paio di avvocati.
Nicolicchia appare a tratti smarrito, racconta la sua vita difficile di orfano, alcuni passaggi del suo racconto sono di difficile comprensione. Descrive un mondo di mezzo dove gli istinti sessuali troverebbero sfogo nel gioco erotico. Sarebbe diventato il depositario di mille segreti. Non per soldi, però, solo per divertimento. Le indagini coordinate dei poliziotti coordinati dal capo della Mobile, Rodolfo Ruperti, e dal dirigente della sezione reati contro i minori, Rosaria Maida, sono solo all’inizio. Tutto da sviluppare il capitolo che potrebbe coinvolgere una ragazzina di 14 anni. A parlare della sua presenza durante alcuni giochi erotici è stata la baby squillo, ma Nicolicchia nega. Se davvero fosse stata coinvolta potrebbe scattare l’ipotesi violenza sessuale per chi ha avuto rapporti con lei..
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22 Marzo 2016, 20:55