“Nestorovski anche in B| Ascolterò sempre Zampa”

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14 Aprile 2017, 19:44

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PALERMO – Ancora pochi giorni e Paul Baccaglini sarà finalmente il nuovo proprietario del Palermo. A poco più di un mese dal suo insediamento in seno al club in qualità di presidente, il 33enne italoamericano ospite delle conduttrici Noemi Cusano, Giulia Marraffa e Dolores Bevilacqua è tornato a parlare affrontando diversi temi durante la trasmissione Lady Mediagol.

Il presidente del Palermo ha iniziato il suo nuovo ciclo dando una svolta alla comunicazione societaria, essendo sempre a contatto con i tifosi. Sotto la gestione Zamparini, invece, qualcosa ad un certo punto si è incrinato nel rapporto con il popolo palermitano: “Per me è un discorso un po’ genitoriale: non sono papà biologico, ma di cuore. Credo che il rapporto tra dirigenza è tifosi può essere sitnetizzato così: se la comunicazione si interrompe si formano tutti quei fraintendimenti ed i tabù e quando si interrompe questo flusso questo rapporto si può incrinare. Tornando all’analogia, i bambini ti mettono sempre di fronte a domande difficili, e se tu non rispondi rimangono dei vuoti. Credo che in questi anni sia successo questo con i tifosi e che siano rimaste delle lacune. Per migliorare dovremo cercare i avere questo rapporto diretto. Se c’è un tifoso in grado ci capire, credo che questo sia quello palermitano”.

Un tema scottante che ha creato un risentimento da parte della piazza palermitana è il fraintendimento sul premio salvezza: “Ci sono una serie di tematiche intenre alla squadra che secondo me dovrebbero rimanere confinate. Non tutto messo in piazza può essere positivo. Questo premio salvezza è un argomento che non conoscevo bene, ma ho sempre detto di non parlare bene la lingua del calcio e non conocevo certe dinamiche. Ho parlato con i miei consulenti di questa prospettiva e quindi all’interno dello spogliatoio io ho detto le stiamo provando tutte, cercando di dare la scossa col defibrillatore per fare qualcosa per arrivare alla salvezza. Proviamoci in tutti i modi. Quindi è ovvio che in un momento del genere così delicato, queste cose mal gestite possano esplodere. Capisco i tifosi, perché uno può vincere o perdere, ma quando si va in campo bisogna ‘mordere i polpacci’, nei termini sportivi e di correttezza.

Squadre come il Chievo Verona con meno introiti rimangono in Serie A, mentre il Palermo zoppica: “Se noi non intendiamo una società di calcio come un’azienda siamo morti. Al giorno d’oggi una squadra di calcio, visti gli introiti, è a tutti gli effetti un’azienda e come tale bisogna applicare dei modelli amministrativi all’altezza. Forse non si è fatto un lavoro di aggiornamento di questi modelli, mentre in altre società calcistiche magari è stato fatto. Ma io cerco di guardare il margine di miglioramento. è una piazza straordinaria, lavorando sul modello Palermo calcio e ottimizzando e monetizzando le varie parti come, ad esempio il web, io penso che si potrà arrivare ad un miglioramento”.

Zamparini si è affidato a dei consulenti che negli ultimi anni hanno portato alcuni giocatori a Palermo che sono poi risultati inadeguati,  ma il rapporto tra il patron ed il presidente non sembra averne risentito: “È chiaro che uno può avere un’idea, poi vede sulla carta qual è l’efficacia e se ci sono dei dati che non soddisfano l’azienda vanno fatti degli interventi in quest’ottica. Il mio rapporto con Zamparini è a 360 gradi, anche perché noi abbiamo un progetto molto grande di riorganizzazione del gruppo Zamparini per intero. Quindi per quel che concerne il mondo del calcio avrò sempre un orecchio teso ai suoi consigli. Zamparini rimarrà? No, non avrà alcun ruolo all’interno della società. A seconda del piano a o piano b avrà un ruolo interno alla società”.

Leggendo i nomi delle formazioni del Palermo, molto tifosi si interrogano se queste siano dettate ancora dal patron Zamparini: “Questa è una situazione molto particolare. questi anni hanno postato questi fraintendimenti a tutta una serie di meccanismi, per cui le scelte che dovrebbero essere lette per quelle che sono senza grandi dietrologie rischiano di passare per altro. Io tengo a specificare che il mio rapporto con l’allenatore come quello che io intendo presidente-allenatore: lui valuta i ragazzi, conosce l’avversario ed il suo ruolo è quello di schierare la formazione che possa essere più efficace. Le formazioni delle ultime quattro partite, da quando sono diventato io presidente, non hanno prodotto quegli effetti che si auspicavano. In quest’ottica di dare uno scossone e provarle tutte le sue scelte tecniche, al cento per cento sue, non hanno a che vedere con telefonate da telefoni rossi… Capisco che il tifoso lo possa pensare ma noi stiamo solo cercando di centrare un obiettivo che è ancora possibile”.

Baccaglini poi ha parlato dell’eventualità di presentare una campagna abbonamenti che possa favorire chi ha dato fiducia a tutti questi anni per la prossima stagione: “Il concetto di fidelizzazione del tifoso è fondamentale, quando si parla di branding e crescita del marchio ovviamente bisogna tenere in considerazione una serie di iniziative che da una parte possano incentivare sempre nuovi tifosi a diventare abbonati, dall’altra a premiare i tifosi già fedeli alla squadra. Abbiamo un’idea molto bella per questa estate per i tifosi che voglio ringraziare per il loro attaccamento e per la loro educazione che fa scuola in tutto il mondo”.

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Stadio e centro sportivo le priorità, ma serve una programmazione: “Le infrastrutture rappresentano i punti di unione dei piani A e B. Qualunque sia l’investimento su stadio e centro sportivo per creare il ‘tempio’ dove celebrare il Palermo calcio ovviamente poi ci si sposta in ambito sportivo. Il piano B prevede una squadra che abbia il solo obiettivo di risalire subito in serie a dopo un anno di Serie B. Se dovessimo fare un passo indietro, dovremo costruire la migliore squadra che possa vincere il campionato di Serie B. Nestorovski, dunque, rimane? Beh Nestorovski è un nostro giocatore, è proprio quel tipo di giocatore che a noi piace: un bravo ragazzo, un grande giocatore e spende tutto quello che ha in campo. Il brand è importante, ma i giocatori devono interpretarlo in campo. Noi vogliamo costruire un progetto che abbia la solidità di garantirgli un palcoscenico per fare bene. Io ho avuto modo di parlare con lui dopo la partita di domenica, abbiamo un rapporto aperto. Comunque, anche se dovessimo andare in Serie B penso che potrebbe fare un grande campionato per poi rilanciarsi di nuovo in Serie A. Ma il calcio è fatto di tante variabili e se dovesse andare via non vorrei fare la figura dell’ipocrita. Dobbiamo garantirgli noi un progetto concreto affinché possa rimanere”.

Zamparini ha voglia di chiudere subito e vedere i capitali: “Voi conoscete il carattere irruente di Zamparini. Sicuramente il percorso che abbiamo fatto insieme io e lui parte ben prima dell’ufficialità di un mese fa. Abbiamo avuto modo di costruire un progetto di un certo tipo. Anche io sono ansioso di chiudere perché la cosa più importante è togliere l’attenzione da tutto il resto che sta fuori dal calcio per concentrarci sul campo”.

Molti tifosi manifestano dubbi su Baccaglini perché l’operazione non si concentra solo sul Palermo, tanto che alcuni di loro lo definiscono un frontman: “Io non ho mai detto di avere i capitali in banca. Ho sempre parlato di un fondo che è fattodi tanti investitori, ma è sbagliato banalizzare con il concetto del calderone in cui vengono smistati i soldi di tanti investitori: la finanza è più articolata: non è che se voglio comprare delle cuffie metto i soldi sul tavolo e le compro, quando cominci a guardare dei progetti più grandi si va ben al di là di tutto questo, si tratta di progettare ed organizzare. Non ho mai parlato di un acquisto da parte mia del gruppo Zamparini, assolutamente no. Si tratta di analizziare di quante cose è composto questo portfolio e vedere dove è possibile fare degli interventi di ottimizzazione aziendale”.

La piazza di Palermo chiede solo che i giocatori in campo facciano vedere la voglia di competitività, non dovendo necessariamente puntare alla coppa, ma quantomeno spendendosi per la maglia: “Io spesso uso questo slogan: i nomi al servizio della mentalità e non viceversa. Quando costruiremo la rosa dell’anno prossimo sarà nostra priorità spiegare anche attraverso dei colloqui ai giocatori qual è il nostro ideale e dovremo capire e trovare i nomi giusti che rappresentino e condividano questo nostro ideale. Chi me l’ha fatto fare di venire a Palermo? La vita mi ha dato quest’opportunità, io penso sia difficile ma al tempo stesso straordinaria. Ora si vedono tutte le difficoltà, le negatività ed i dubbi, ma dietro c’è un potenziale mostruoso. Palermo può esplodere e diventare quel modello di civiltà che si è vista anche a Roma e quindi vale la pena investire in questo senso. Io qui solo di passaggio? Il rispetto, la fiducia e l’amore si guadagnano giorno dopo giorno ed è quello che voglio fare”.

Il primo allenatore sotto la presidenza di Baccaglini è Diego Bortoluzzi, ma anche qui i tifosi palermitani temono sia stata una scelta di Zamparini: “Sarebbe assolutamente fuori luogo dire che fosse il primo nome che mi è venuto in testa. Ha avuto un rapporto lungo con Zamparini, avendo assistito per tanti anni Guidolin. Dopo la prestazione di Milano ci siamo detti: ‘mancano 7 partite, pochissime ma al tempo stesso tantissime. Perché non tentare di rianimare una squadra per un obiettivo ancora possibile?’ Ovvio che farlo in corsa, in due giorni e tra una cosa ed un’altra non è come fare il mercato estivo e fare una pianificazione di un certo tipo. Quindi con Zamparini abbiamo fatto una scelta che potesse avere il maggiore impatto possibile. Come ho trovato la squadra? A me piacciono i giocatori, ma ogni domenica vado via con il cuore a pezzi. Mi sembra di vedere la loro determinazione e la voglia, loro sanno che la porta è sempre aperta, chi non ci crede più può andare, non c’è problema. ma rimangono tutti lì. Io credo ci sia un blocco psicologico quando certe cose si ripetono la domenica, qualunque sia la formazione e qualunque sia la partita”.

Le scelte di Baccaglini sono in qualche modo influenzate da Zamparini, ma a breve con il closing tutto dovrebbe cambiare: “Sono state date delle tempistiche. Capisco il tifoso… l’ho chiamata la sindrome del Natale: dal 20 di novembre i bambini iniziano a chiedere il regalo. Nel momento in cui io ho il 100% del Palermo, è anche vero che ho la totale autonomia di prendere le decisioni come credo sia giusto per il bene della società che voglio portare in alto. In questo momento di transizione stiamo cercando di dare la scossa, ma ci vuole tempo”.

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14 Aprile 2017, 19:44

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