Baccaglini: “Sconfitta che fa male |Ecco come sviluppare il piano B”

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02 Aprile 2017, 21:42

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PALERMO – “La sconfitta di oggi col Cagliari rappresenta un dispiacere. Certo, la palla è rotonda. Ma era importante vincere”. Paul Baccaglini non nasconde l’amarezza per la gara persa al “Barbera” contro i sardi. Il presidente del Palermo, intervenuto a ‘Che tempo che fa’ su Raitre, prova a fare chiarezza sul prossimo futuro: “Il piano B si basa sulla possibilità di ripartire a testa alta dai cadetti. Per quanto riguarda l’accordo sono tranquillo, così come lo è Zamparini. Abbiamo già chiuso e quanto prima chiariremo quanto dovuto anche pubblicamente. Ai calciatori dico di dare il massimo, di scendere per le strade e cogliere il calore della piazza: non mi era mai capitato di sentirmi dire che vincere o perdere è uguale, a patto di creare divertimento. A Palermo è accaduto. Giocare per il Palermo è una responsabilità”.

Anche perché i mancati risultati rischiano di vanificare il lavoro sul piano dell’immagine e del rilancio del brand già avviato dal nuovo numero uno del club di viale del Fante: “La domenica ci si rende conto che non si ha un controllo sulla partita e undici giocatori possono confermare o disfare quanto creato durante la settimana. Quando vinci ciò che hai detto risulta sensato, quando perdi il meccanismo si incrina. Spero di riuscire a slegare il marchio della squadra dai risultati, un po’ come accade in alcuni sport americani. Venire a Palermo sino a qualche tempo fa non era nei miei piani. Poi con Zamparini abbiamo dato vita a un’operazione che porterà a riorganizzare il suo gruppo e lui ha visto in me le capacità per metterci la faccia”.

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D’altronde l’immagine di Baccaglini rappresenta la vera grande novità di una stagione deprimente: “Sono stato una Iena per quattro stagioni, ma da un po’ mi occupo di finanza – spiega il presidente del Palermo -. Devo fare i conti con l’etichetta del tatuato, così come Palermo combatte con altre etichette. Insieme possiamo vincere questa sfida, io spero di essere giudicato per i risultati e non per come appaio. Ho in mente di portare la squadra a New York. L’America è molto legata alla Sicilia e a Palermo. Se vai a Little Italy vedi il Rosario, l’Italia e il gagliardetto rosanero. Non c’è bisogno di alcuna campagna di marketing, c’è un bacino di utenza e da quello partiamo”.

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02 Aprile 2017, 21:42

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