19 Aprile 2018, 05:45
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PALERMO – Sfuggito al blitz, arrestato a Malta e ora estradato. Da alcuni giorni Diomiro Alessi, 34 anni, è rientrato a Palermo. Originario di Partinico, Alessi era tra i destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare dell’operazione “Game Over”, con cui lo scorso febbraio trenta persone sono state arrestate dalla squadra mobile di Palermo e dallo Sco. A cominciare da Benedetto Bacchi, il re delle scommesse considerato in affari con la mafia. Alessi è indagato associazione per delinquere finalizzata all’esercizio della raccolta illegale di scommesse. Interrogato dal giudice per le indagini preliminari Antonella Consiglio, Alessi, che si trova agli arresti domiciliari, ha respinto le accuse.
La Procura lo considera il referente aziendale a Malta degli indagati Benedetto Bacchi e Antonio Lo Baido con cariche amministrative nelle società maltesi “B.L. Man Limited” e “Dodoone Limited”. Avrebbe provveduto alla creazione di “accessi in remoto”, occupandosi della gestione delle quote e della conduzione della rete on line di gioco.
Malta e la Svizzera erano il cuore degli affari di Bacchi. È in questi due paesi che i soldi accumulati con le scommesse sarebbero stati riciclati
I pubblici ministeri sono al lavoro per ricostruire i canali di riciclaggio. È stato un uomo divenuto collaboratore di giustizia a spiegare come funzionerebbe il sistema per trasferire i soldi all’estero. L’Italia è piena di agenzie di scommesse che raccolgono le giocate sugli eventi sportivi, ma anche quelle dei casinò in line. Il gestore viene chiamato master, “una volta al mese ci incontriamo nei punti stabiliti… che io mi reco da lui, quindi io parto con la macchina vado nella sua… che magari c’ha una sala giochi o un ufficio o a casa, perché non per forza devono avere una sala giochi, il giorno stabilito ci vediamo, i conteggi già sono fatti, perché già via Skype, via e-mail ci siamo già accordati, gli devo dare 82 mila euro, pere esempio…”.
Si tratta sempre e solo di soldi in contanti: “… io vado là, andavo con la macchina, mi prendevo i soldi e me li portavo – aggiunge il collaboratore di giustizia -. Questi soldi che cosa facevo… se mi servivano su Malta, portarmeli a Malta, ma all’epoca nel 2007 quando ho iniziato erano tutti in Italia, perché fino al 2010 io sono stato completamente in Italia, quindi nemmeno… non avevo questa problematica… quando ci siamo spostati a Malta, i soldi ce li portavano a Malta i contanti per esempio”.
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19 Aprile 2018, 05:45