31 Luglio 2020, 19:14
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PALERMO – È finita con parole grosse e una denuncia. Leonardo Badalamenti ha rotto il catenaccio e si è rimpossessato del casolare di contrada Uliveto.
Un bene che la Corte di assise ha restituito al figlio di don Tano Badalamenti. I carabinieri lo hanno fatto sloggiare e lo hanno denunciato. Non è così che avrebbe dovuto attivarsi Badalamenti che dal canto suo ritiene di non dovere aspettare un solo minuto in più.
Il 23 luglio scorso, come ha raccontato Livesicilia, uno dei figli del defunto capomafia di Cinisi ha presentato un’istanza al Comune, spiegando che la Corte di assise ha riconosciuto un errore nel provvedimento di confisca. Tutti i beni restano allo Stato, tranne il casolare che deve essere restituito.
Badalamenti jr intimava al sindaco Giangiacomo Palazzolo di sgomberare il casolare. Solo che Badalamenti il provvedimento di revoca della confisca è stato notificato dai carabinieri di Castellammare del Golfo (città dove ormai vive), mentre il sindaco nulla ancora sa ufficialmente.
E così quando ha saputo che stamani il figlio del vecchio padrino aveva rotto il catenaccio e cambiato la serratura dell’immobile ha allertato i militari. Sono volate parole grosse, gli animi si sono surriscaldati. Da qui la denuncia che i carabinieri hanno presentato contro Badalamenti sembrerebbe per esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Pure il sindaco Palazzolo si è rivolto ai militari e lo denuncerò “per essersi introdotto in un bene che non è suo”.
“Il signor Badalamenti – spiega il sindaco -, che si è fatto pure accompagnare da altri soggetti, ha attuato un comportamento grave e inaccettabile. Non siamo disposti a tollerare simili atteggiamenti da nessuno figuriamoci dal figlio di un boss. Rivendico la scelta di averlo allontanato – aggiunge Palazzolo – dopo che si era già introdotto nell’immobile. Riteniamo che, a prescindere dal contenzioso, il signor Badalamenti non riavrà mai il suo bene perché esiste una legge che ci consente di trattenerlo al patrimonio di Cinisi e dei suoi cittadini. Una legge chiara che intendiamo applicare. Se altro contenzioso il signor Badalamenti vorrà avviare non sarà certo con il Comune di Cinisi. Il casolare non è casa sua, ma dei ragazzi della nostra comunità. Anzi, sin d’ora mi adopererò affinché alcuni spazi siano assegnati a Casa Memoria”.
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31 Luglio 2020, 19:14