20 Settembre 2017, 15:50
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PALERMO – “Avevamo ragione a denunciare in tempi non sospetti la malapolitica e gli atti illegittimi posti in essere dall’amministrazione del Movimento 5 Stelle a Bagheria”. Lo dichiara il deputato regionale del Movimento Rete Democratica Pietro Alongi, componente della commissione Antimafia all’Ars e candidato sotto il simbolo dell’Udc alle prossime elezioni regionali, alla notizia dell’indagine aperta dalla Procura di Termini Imerese che vede indagato, tra gli altri, il sindaco grillino di Bagheria Patrizio Cinque.
“Abbiamo denunciato la palese e grave ingerenza di un funzionario, Onofrio Lisuzzo – prosegue Alongi – nel gestire delicati atti che riguardavano l’amministrazione di Bagheria. Abbiamo più volte denunciato agli organi competenti l’azione di mobbing fatta dal sindaco e dalla sua amministrazione nei confronti di un integerrimo funzionario, la dottoressa Laura Picciurro, per il semplice motivo che aveva fatto emergere atti palesemente illegittimi nell’affidamento del servizio alla Tech, società che si è vista affidare il servizio della gestione dei rifiuti per tre milioni di euro, per sei mesi, senza gara. Oggi, con l’azione della magistratura – prosegue il deputato regionale – si evidenzia il carattere incompetente, pressappochista e superficiale dell’azione politica dell’amministrazione comunale pentastellata di Bagheria, che sta producendo e ha prodotto danni enormi che i cittadini bagheresi pagheranno nei prossimi anni. Non oso immaginare un governo pentastellato alla Regione siciliana…”.
Intanto, dopo la notizia dell’indagine, il Partito democratico ha fatto sapere, “in accordo con il segretario del circolo locale” che domani 21 settembre alle 19 si svolgerà una riunione straordinaria della segreteria alla presenza del segretario provinciale Carmelo Miceli e del Responsabile del Pd Siciliano Antonio Rubino. In quella sede verrà assunta e comunicata la posizione ufficiale del Partito Democratico. Il segretario provinciale Miceli, intanto ha detto la sua sui fati di Bagheria: “Come in ‘Dieci piccoli indiani’ di Agatha Christie – ha dichiarato – ne rimarrà uno solo. E l’assassino non è né il ‘sistema’, né la magistratura, tanto meno qualche altra trovata propagandistica messa in campo dalla Casaleggio Associati. A ‘uccidere’ il M5S sarà l’incompetenza, la superficialità, l’arroganza, la faciloneria e la codardia politica dei suoi rappresentanti nelle istituzioni. E Bagheria ne è l’ultimo esempio. Nessuno si sogni di dire – continua Miceli – che il M5S è sotto attacco da qualcosa o qualcuno. Sarebbe un ipocrita esercizio dialettico, utile solamente per aizzare, ancora di più, quella ‘folla 2.0’ inferocita che vomita volgarità e idiozie sui social. Se ne facciano tutti una ragione. È l’insipienza politica ad essere l’unico e il solo nemico dei Cinquestelle. Stanno semplicemente raccogliendo – conclude Miceli – quanto seminato in questi anni”.
“Il sindaco M5s di Bagheria è indagato con capi di accusa gravissimi come la turbativa d’asta su appalti riguardanti rifiuti, ma dal Movimento 5 stelle in Sicilia arriva ancora una volta un attacco alla magistratura. L’esponente M5s è stato addirittura sanzionato con la misura cautelare dell’obbligo di firma, ma invece di chiarire subito e collaborare con i giudici attacca proprio le toghe. Una reazione che avrebbe avuto la peggiore vecchia politica. Che fine ha fatto il grido ‘onestà onestà’? E dove sta la trasparenza tanto sbandierata dal partito di Grillo? Roba buona solo per i comizi?”. E’ quanto scrive su facebook il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi. “L’altro giorno sono stati condannati dal Tribunale di Palermo – prosegue Anzadi – sulla nomina di Cancelleri, una condanna arrivata dopo un ricorso di un attivista M5s compagno di una parlamentare in forze al gruppo M5s Camera, e hanno risposto ‘me ne frego’. Oggi il sindaco di Bagheria viene iscritto nel registro degli indagati per reati che secondo notizie di stampa sarebbero rivelazione di segreto d’ufficio, abuso d’ufficio, omissione di atti d’ufficio e turbativa d’asta, in una vicenda di appalti sui rifiuti, ma invece di precipitarsi a chiarire parla di giustizia ad orologeria. E’ questo il modello di legalità che il partito di Grillo propone per una terra martoriata dall’illegalità e la criminalità come la Sicilia? Sono questi i modelli di amministratori che Cancelleri, Di Maio e Di Battista propongono ai siciliani?”.
Ma arrivano già le prime richieste di dimissioni del sindaco: “Alla luce del provvedimento della magistratura che dispone l’obbligo di firma il sindaco di Bagheria Patrizio Cinque – dichiara Daniele Vella, candidato a sindaco del centrosinistra alle ultime elezioni e sconfitto da Cinque al ballottaggio – deve seriamente valutare le proprie dimissioni. Non si può amministrare una città avendo in capo un provvedimento così grave che toglie tempo, energie e serenità. Solo le dimissioni e l’intervento di un commissario – aggiunge – possono ripristinare un clima che permetta al Comune di essere accompagnato al voto. Ad oggi possiamo dire che l’esperienza dei 5 Stelle nella più grande città della provincia di Palermo è fallita. Questa è l’ennesima prova dell’incapacità di governo di questo movimento, che predica l’onestà – conclude – e inciampa troppo spesso sul rispetto della legge”.
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20 Settembre 2017, 15:50