19 Aprile 2016, 08:30
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PALERMO – Il rientro a casa, nell’indifferenza generale, potrebbe essere rigenerante. Almeno, questa è una delle poche speranze a cui aggrapparsi in vista di una vera e propria ultima spiaggia. Nel “Barbera” deserto di domani sera passa quello che con ogni probabilità è il penultimo treno verso la salvezza. Il Palermo a caccia di tre punti dal peso specifico inestimabile, contro un’Atalanta beffata in casa dalla Roma e a pochi passi dalla certezza matematica di poter disputare anche il prossimo campionato di Serie A. Motivazioni opposte, così come lo stato d’animo: una squadra fisicamente e atleticamente ritrovata, con una beffa ancora fissa in mente, in casa di un gruppo sfiancato dai continui cambi di allenatore, che giocherà nel proprio stadio in un clima surreale, senza la spinta di un pubblico che, a dirla tutta, non s’è certo distinto per affettuosità nell’ultima uscita casalinga.
Le porte chiuse potrebbero essere un bene. Questo è il paradossale assioma di chi, dopo Palermo-Lazio, ha visto una squadra terrorizzata dalla contestazione violenta da parte della curva. In realtà non c’è nulla di certo, soprattutto con una squadra così umorale come il Palermo, e quasi risulta superfluo dire che bisogna aspettare il fischio d’inizio per capire che atteggiamento avranno gli uomini di Ballardini. Quel Ballardini che torna al “Barbera” dopo oltre tre mesi e lo fa col solo compito di far attraccare la nave nel porto sicuro del quartultimo posto in classifica. Impresa che dista tre punti più uno di differenza reti (Carpi nettamente avanti sul Palermo nel conteggio complessivo): difficile, ma non impossibile, anche guardando il calendario delle contendenti in queste ultime giornate di campionato.
Quanto visto contro la Juventus, al di là dei tanto sbandierati settanta minuti di buona organizzazione, non può dare fiducia. Non si può avere fiducia in una difesa a tre che lascia inserire una mezzala del calibro di Khedira senza affanni, non si può avere fiducia in giocatori che dimenticano di marcare Paul Pogba (non l’ultimo dei fessi, ma Paul Pogba) su un calcio d’angolo e non si può avere fiducia in gente che, a porta sguarnita, sbaglia la conclusione perché evidentemente la tremarella alle gambe ha avuto la meglio. E questo non è nemmeno un problema di esperienza o di carattere, dato che i giocatori in questione sono nazionali e titolari nelle rispettive rappresentative, per quanto non blasonate e per quanto questa non sia un’assicurazione sul loro valore. Purtroppo per Ballardini, i giorni a disposizione per valutare le alternative sono pochi.
Ieri lavoro di scarico, oggi prove generali e domani rifinitura prima di scendere in campo. Davvero poco tempo per studiare cambi di formazione e nuove armi da sfruttare contro un’Atalanta oggettivamente più in forma dei rosa. C’è da dire che la squalifica di Goldaniga potrebbe riavvicinare Ballardini alla difesa a quattro, accantonata in nome dell’equilibrio contro la Juventus per una linea a tre, perforata dopo soli dieci minuti dai campioni d’Italia. Rispoli o Struna a destra, Gonzalez e Andelkovic al centro e Lazaar a sinistra, poche le alternative a disposizione del tecnico per il reparto arretrato, con Sorrentino confermato in porta. Conferme che arrivano a centrocampo, con Jajalo in mezzo e Hiljemark-Chochev ad agire da interni, sperando in una maggiore propositività in fase offensiva.
Il tasto dolente resta sempre l’attacco. Perché della tribuna di Djurdjevic potrà interessare poco, così come della panchina fissa di Balogh, ma la domanda sul mancato ingresso di Gilardino (a cui è stato preferito persino La Gumina) diventa d’obbligo. Turnover? Sarebbe stato comprensibile, ma farlo col solo Gilardino non sembra aver senso. Scelta tecnica? Legittima, ma perché non ha visto il campo prima del bomber della Primavera, pari ruolo con le stesse caratteristiche? Ma soprattutto, ci sono speranze di vederlo contro l’Atalanta? Perché probabilmente, anche con Gilardino in campo, il Palermo sarebbe uscito sconfitto dallo Juventus Stadium; ma un Gilardino a tu per tu con Sportiello darebbe ben altre sicurezze rispetto a Trajkovski.
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19 Aprile 2016, 08:30