Ballardini, cioè l’amalgama

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21 Marzo 2009, 16:15

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Massimino voleva comprare l’amalgama, si dice. Oggi avrebbe comprato Ballardini. Povero presidente del Catania, vilipeso per una battuta probabilmente apocrifa che invece riassumeva perfettamente il senso delle cose. Dove vai se l’amalgama non ce l’hai? Ergo, perché spendere i soldi per il campioncino di turno e dipendere costantemente dalla sua luna dritta o storta? Perché ammonticchiare soltanto mattoni pregiati? E’ lo stucco che conta, l’impasto che tiene unita l’opera. L’amalgama ci vuole. Massimino aveva ragione. Difficile trovare qualcuno più simile al concetto Massiminiano di Davide Ballardini. La botta del derby straperso avrebbe accoppato un bue, figuriamoci certi calciatori che sono psicolabili per contratto. Il tecnico ha raccolto i cocci disseminati dalle bombe di Mascara. Nessuno credeva possibile il miracolo perché i pezzi erano davvero tanti. Ma Ballard ci è riuscito. Con la colla e con la pazienza ha rimesso in piedi una squadra. Sì, con l’alalgama, Vittoria a Firenze, successo
a Lecce, con buona pace dei sedicenti tifosi che hanno inscenato lo sciopero più assurdo della storia del calcio contemporaneo.
Intendiamoci, il mister avrà i suoi difetti. Non dobbiamo cadere nella tentazione del calcio deteriore, nel giochino: leone se vinci, ehm, ehm se perdi. Però, oltre i risultati Ballardini ha già dimostrato che sotto gli occhiali c’è qualcosa. C’è un’idea tattica, c’è il senso del collettivo, c’è l’impegno infuso in tutti verso un risultato comune. L’arma in più. Uno così, il grande Massimino l’avrebbe preso per non farselo scappare mai più. Sarebbe bello sapere che ne pensa Zamparini.

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21 Marzo 2009, 16:15

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