11 Novembre 2015, 19:40
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PALERMO – Ballardini torna a respirare l’odore dell’erba di quel “Tenente Onorato” che è già stato la sua casa, ma che torna ad esserlo a sei anni di distanza, Cambiano i giocatori, cambiano anche i collaboratori (Andorlini e Sicignano sono rimasti dall’era Iachini, ndr), ma non cambia la metodologia di lavoro. Tutto lo staff chiamato ad un compito specifico e lui, l’uomo chiamato da Zamparini per risollevare il Palermo, attento osservatore di tutto ciò che accade in campo. Difficile avere indicazioni adesso, senza i nazionali e con cinque Primavera aggregati in prima squadra, ma Ballardini prova già da adesso a mettere il suo timbro sulla squadra.
Per iniziare, la difesa a quattro. Marchio di fabbrica di casa Ballardini sin dalle sue prime avventure in panchina e punto di contatto col presidente Zamparini nei colloqui di qualche giorno fa. È il modulo che ha fatto le fortune del tecnico anche nella sua prima esperienza in Sicilia e, in attesa del ritorno di Lazaar e Gonzalez dalle rispettive nazionali, si è già avuta la prima riprova. In partitella l’ex tecnico del Bologna ha schierato due linee con Rispoli, Struna, Vitiello e il giovane Giuliano da un lato, Pirrello, Goldaniga, El Kaoutari e Daprelà dall’altro. Ranghi misti, ma con una certezza legata allo schieramento tattico.
Le assenze hanno costretto Ballardini a far disputare ai suoi una partitella dieci contro dieci, considerando anche l’esclusione di Bolzoni e Morganella, che hanno iniziato un percorso riabilitativo col pallone, limitandosi però a sostenere la prima parte dell’allenamento. In entrambe le formazioni, è saltato l’elemento di raccordo tra centrocampo e attacco nel sempre più probabile 4-3-1-2 con cui si presenterà il Palermo nelle prossime sfide di campionato. Solo Vazquez, schierato in coppia con La Gumina, ha mantenuto un raggio d’azione più arretrato rispetto al centravanti, cosa che non si è vista nell’altra formazione con Cassini e Gilardino.
Il primo allenamento con Ballardini, in definitiva, è stato l’occasione per ri-memorizzare un modulo già utilizzato da Iachini. Persino col Chievo, seppur con la variante del doppio trequartista, il tecnico marchigiano aveva dato a partita in corso questo cambiamento di rotta. Senza i nazionali, però, Ballardini ha preferito mischiare i ranghi. Con i rientri di Quaison, Hiljemark e Trajkovski si inizierà a capire qualcosa di più sull’utilizzo di trequartisti e seconde punte. Intanto, la certezza resta una sola: in difesa si torna a quattro, col benestare di Zamparini.
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11 Novembre 2015, 19:40