04 Giugno 2017, 16:15
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PALERMO – Il regno del contrabbando di sigarette è un quadrilatero fatto di ambulanti e nascondigli improvvisati. Ballarò, Brancaccio, Vucciria, Capo: sono soprattutto i mercati rionali e i quartieri periferici della città quelli in cui le “bionde” a basso prezzo hanno ancora ampia diffusione. In città, il mezzo che i contrabbandieri prediligono per piazzare ai clienti le loro sigarette, è proprio quello delle bancarelle, che si possono rimuovere rapidamente senza lasciare alcuna traccia.
Le stecche di sigarette, che arrivano soprattutto dal Nord Africa, vengono nascoste nei cestini gettacarta, nei cassonetti per i rifiuti, o in cavità ricavate nei muri, ben lontano da occhi indiscreti e pronte per essere smerciate al momento giusto. A confermare un trend che sembrerebbe sempre più costante, è la percentuale di pacchetti di “bionde” di contrabbando acquistate a Palermo, arrivata al dodici per cento. Una richiesta che si fa più ampia in seguito alla necessità di risparmio da parte dei fumatori. Gli ultimi interventi delle forze dell’ordine nel capoluogo siciliano parlano chiaro: la quantità di sigarette in circolazione, prive del sigillo dei monopoli, aumenta.
E solo nel 2016 sono stati quasi quattrocento i chili sequestrati. Gli ultimi dati raccolti dalla “Bat”, british American Tobacco Italia, parlano di una evidente escalation. Basti pensare, infatti, che nel 2015 i tabacchi sequestrati erano stati poco più di cento chili, così come nell’anno precedente. L’ultimo blitz della polizia allo Zen ha portato alla scoperta di novanta chili di sigarette pronte per essere messe in vendita nei mercati popolari e, soltanto nell’ultima settimana, le forze dell’ordine hanno bloccato in due diverse occasioni, due rivenditori nei pressi di corso Tukory. All’inizio dell’anno i carabinieri hanno anche scovato un deposito di “bionde” illegali all’Albergheria, sono stati sequestrati centinaia di tabacchi esteri.
Numeri che fanno finire la città di Palermo sul podio delle tre piazze del contrabbando italiano, insieme a Napoli e Giugliano, sempre in Campania. Secondo quanto rivelato dallo studio della Bat, nel 2015 i quattro miliardi e mezzo di euro spesi in pacchetti di contrabbando hanno causato un buco nelle casse dello Stato di 822 milioni di euro in mancati introiti erariali. Un risultato che colloca l’Italia al 21esimo posto sul consumo illecito di sigarette.
Insomma, la vendita in città cresce e, contemporaneamente, aumentano i colpi messi a segno ai danni di chi trasporta i carichi di sigarette. La cosiddetta “banda delle bionde” è infatti entrata nuovamente in azione a Palermo, a fine aprile. Lo scorso anno ha “collezionato” undici rapine, quasi una al mese. E stavolta è riuscita ad impossessarsi di tabacchi per un valore complessivo di cinquantamila euro.
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04 Giugno 2017, 16:15