07 Giugno 2015, 16:45
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PALERMO – Con la bella stagione il mercatino entra nel vivo. Lunghe file di bancarelle coprono i marciapiedi, i furgoni carichi di merce restano lì, parcheggiati, pronti a rifornire gli stand degli ambulanti. Scene quotidiane in corso Tukory e dintorni, dove gli abusivi nelle ultime settimane sono tornati alla carica.
Dopo i ripetuti blitz da parte delle forze dell’ordine a Ballarò, che hanno più volte sgomberato la vasta area compresa tra piazza San Francesco Saverio e via Mongitore, soltanto qualche giorno di stop. Poi la zona è stata nuovamente presa d’assalto e quello che più volte è stato confermato come il regno della ricettazione, ha ripreso vita. Il tutto a due passi dal museo di paleontologia e geologia Gaetano Giorgio Gemmellaro, circondato dalla merce posizionata sin dalle prime ore del mattino dai venditori ambulanti. Ma nella zona si trovano anche preziosi monumenti del centro storico, in questo periodo meta di centinaia di turisti. “Un biglietto da visita vergognoso per chi viene a visitare la nostra città – dice Maria Grazia Orofino, una residente -. Ogni giorno vedo dal mio balcone questo spettacolo, sono stanca.
E se lo siamo noi che abitiamo qui – prosegue – figuriamoci lo sconcerto provato dai turisti, che si trovano improvvisamente davanti a montagne di roba vecchia e oggetti recuperati dai cassonetti dei rifiuti”. E in effetti, quello che originariamente era nato come un caratteristico mercatino dell’usato, organizzato ogni domenica, si è man mano trasformato in un microcosmo di illegalità. Decine gli arresti per ricettazione e furto scattati nell’ultimo anno, centinaia le sanzioni amministrative per occupazione abusiva del suolo pubblico e i sequestri penali per merce di dubbia provenienza.
Tavoli, infissi in alluminio, ombrelloni, pneumatici per auto, valigie, seggioloni per bambini, lampadari, computer, tablet, abbigliamento, arredi in legno, quadri, motozappe, paraurti per auto, comodini ed elettrodomestici di ogni tipo. basta fare un rapido giro tra le bancarelle per rendersi conto che c’è davvero di tutto. Persino acquasantiere e parrucche, molte delle quali usurate e sporche. “La situazione è sempre la stessa – dice il titolare di un’autocarrozzeria che si trova nel quartiere – e noi nemmeno abbiamo più lo spazio per lavorare. Siamo circondati. Se fosse un mercatino tipico ne andremmo fieri, ma è ormai diventato il suk di Palermo, una discarica direi”.
Ma non è tutto. Alcuni venditori restano nella zona mattina e sera “e dormono qui”, dice Rosalinda Vizzini. Creano delle aree “riservate” chiuse dai loro furgoni, collocano lì dei materassi e l’area si trasforma in campeggio. Probabilmente è gente che non ha nulla da perdere, di fronte alla quale una multa o un sequestro non rappresenta un deterrente. Fatto sta che noi residenti restiamo inascoltati e siamo stufi di vivere in un contesto inaccettabile”.
Le strade maggiormente prese d’assalto sono le vie Majali, Perni Francesco Maggiore, Andrea Vesalio, Rosselli e Trappetazzo, dalle quali nei mesi scorsi la polizia, intervenuta con municipale, guardia di finanza e carabinieri nel corso di numerosi Cit, ha sequestrato tonnellate e tonnellate di merce. Compresa una grossa quantità di biciclette, diventate uno dei beni più “preziosi” per i ricettatori, che nel mercato nero ricavano così guadagni immediati.
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07 Giugno 2015, 16:45