22 Gennaio 2021, 10:58
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PALERMO – “Abbiamo scelto di dire si alla donazione perché nostra figlia avrebbe detto “si, fatelo”. Era una bambina generosa. E visto che non potevamo averla più con noi, abbiamo ritenuto giusto aiutare altri bambini”. Sono le parole dei genitori di Antonella Sicomero, la bambina di 10 anni deceduta a Palermo in seguito a uno strangolamento che si ipotizza sia stato conseguenza di una “sfida” nata sul web.
Il prelievo degli organi è stato effettuato nell’ospedale dei Bambini del capoluogo siciliano ed è stato autorizzato dai genitori della bambina, che non hanno dato l’assenso al prelievo delle cornee. Il cuore e i polmoni sono inutilizzabili. Prelevati il fegato, il pancreas e i reni L’intervento è stato coordinato dal Centro regionale trapianti Sicilia. Quattro i bambini che saranno salvati dagli organi della piccola, saranno operati a Roma e Genova.
“In questo momento di grande dolore – commenta il Coordinatore del CRT, Giorgio Battaglia – esprimo ai familiari il nostro cordoglio e la nostra vicinanza. A distanza di pochi giorni dal “Si” alla donazione espresso da una mamma nello straziante dolore della perdita della figlia, oggi abbiamo avuto un altro esempio della grande generosità e solidarietà di due splendidi genitori che hanno permesso di salvare altri quattro bambini”. Tania Lazzaro, direttore della rianimazione pediatrica dell’Ospedale dei Bambini, aggiunge: “Siamo molto provati perché in pochi giorni abbiamo vissuto due tragedie. Per entrambi i casi mi sento di dire che queste coppie di genitori, dopo il loro gesto eroico, hanno rivisto le loro figlie adagiate non in un letto di morte ma in un letto di vita. Questo lo snodo comune legato al dono. Siamo tutti provati. Ma questa “luce” io l’ho vista”.
Il papà di Antonella, Angelo, operaio edile, fuori dall’ospedale dopo l’espianto è confortato da amici e parenti. E’ convinto che sia stato un video trovato dalla bambina sula rete a ispirare quel gesto: “Il suo mondo era Tik Tok”, dice, provato dall’immenso dolore che ha colpito la sua famiglia.
Intanto, a casa Sicomero, in una strada vicino alla Kalsa, amici, parenti e vicini ricordano Antonella omaggiandone la memoria con fiori, pupazzi e lenzuoli colorati. “Rispettate il nostro dolore, siamo distrutti”, chiede la zia della bambina. Suo marito, lo zio di Antonella, è stato tra i primi a cercare di soccorrere la bambina. Anche lui è convinto che l’idea terribile di quel gioco di morte sia arrivata dallo smartphone: “Come potrebbe venire in mente una cosa simile a una bambina?”.
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22 Gennaio 2021, 10:58