12 Giugno 2021, 11:53
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CATANIA – “Se siamo pronti a ripartire? Sì, forse. Ma siamo stremati”. La rabbia si mescola all’amarezza nella voce di Enzo Aronica, titolare del “Banacher”, storica discoteca di Aci Castello, in provincia di Catania, chiusa ormai da undici mesi per le restrizioni anti-Covid.
Undici mesi di silenzio, in cui solo qualche dichiarazione pubblica è stata rivolta dal governo, dal Comitato tecnico scientifico, dalle Istituzioni ai rappresentanti del settore. Certamente uno dei più colpiti, indubbiamente uno dei più preoccupanti nella gestione della pandemia.
Non sono serviti nemmeno i ristori. “Non è che non sono serviti, non sono serviti così come li ha gestiti la Regione siciliana e, in particolare, l’assessore al Turismo, Manlio Messina – commenta Aronica -. Troppi soldi a troppi pochi soggetti. Hanno fatto figli e figliastri. Molti impresari e organizzatori che sicuramente hanno meno spese fisse di locali come il mio. O che hanno fatturati molto più bassi del nostro. A noi non è toccato nemmeno un euro”.
La denuncia è unanime su tutto il territorio nazionale. I sostegni previsti per le discoteche e gli altri locali dell’intrattenimento sono stati assolutamente insufficienti a coprire le perdite, che per la maggior parte delle imprese sono state superiori all’80% del fatturato annuale. E mentre l’Italia si avvia a diventare quasi per intero “bianca”, le discoteche e i locali da ballo restano ancora al palo. Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa ha ipotizzato l’avvio a breve di un tavolo tecnico per avviare un percorso idoneo a fissare una data per la possibile riapertura in sicurezza. Al centro delle riflessioni, il Green pass quale lasciapassare per gli eventi.
Ma i gestori dei locali protestano perché l’incertezza non aiuta, non è possibile pianificare. E il problema è che nel frattempo i locali si svuotano, i dipendenti cercano lavoro altrove o si inseriscono tra i percettori del reddito di cittadinanza, gli imprenditori non sanno come ripartire. “Il Banacher aveva 26 dipendenti – continua Aronica – che sono stati in cassa integrazione in questi mesi ricevendo una miseria e anche in modo discontinuo. Anche loro hanno bisogno di una prospettiva per il futuro. Dicono che mercoledì 16 giugno sapremo qualcosa sulle possibili riaperture. Bene, ma intanto mi auguro che anche questo Governo si assuma parte delle sue responsabilità nei confronti del nostro settore. Io voglio ribellarmi”.
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12 Giugno 2021, 11:53