Bancarotta e frode a Como | Coinvolta anche Messina

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06 Giugno 2012, 13:26

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La Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Como sta dando esecuzione a quattro ordinanze di custodia cautelare, di cui tre in carcere e una ai domiciliari, e al sequestro di beni per un valore di oltre 32 milioni di euro nell’ambito di un’indagine della procura di Como su una grossa appropriazione indebita ai danni di un’azienda che opera settore della profumeria. I sequestri disposti dal gip riguardano 21 tra conti correnti bancari e cassette di sicurezza, 16 tra immobili e terreni dislocati in cinque province (Varese, Livorno, Bologna, Lucca, Messina), tra cui una villa del valore di 5 milioni di euro con piscina e bosco privato, 4 autoveicoli tra cui una Rolls Royce e partecipazioni societarie. Nell’indagine le Fiamme Gialle hanno ricostruito un complesso meccanismo fraudolento posto in essere tra il 2005 e il 2009, dal vecchio management dell’azienda coinvolta (la nuova proprietà figura come parte lesa) e da due amministratori di una società comasca fallita nel 2009 con un’esposizione passiva di 14 milioni di euro.

Il meccanismo, spiegano le Fiamme Gialle, ha permesso di prosciugare il patrimonio dell’azienda fallita grazie alla costituzione di imprese esistenti solo sulla carta all’estero, ma in realtà fiscalmente residenti in Italia, o situate nei paradisi fiscali. La base imponibile sottratta a tassazione è pari a 27 milioni di euro. Le società complessivamente coinvolte sono 14, di cui 8 estere (con sedi in Portogallo, Germania, Usa, Svizzera ed Emirati Arabi Uniti) e sei italiane, lombarde ed emiliane. I reati a vario titolo contestati sono l’associazione a delinquere finalizzata a commettere più delitti di bancarotta fraudolenta, reati tributari (omessa dichiarazione, omessa versamento di IVA, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti) e appropriazione indebita, tutti con l’aggravante della transnazionalità.

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06 Giugno 2012, 13:26

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