Bancarotta Finabo, in undici |rinviati a giudizio

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23 Ottobre 2013, 16:00

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ROMA – Undici rinvii a giudizio ed una condanna, previo patteggiamento, a tre anni di reclusione sono stati decisi oggi dal gup Carmine Castaldo nell’ambito della bancarotta Finabo, finanziaria dichiarata fallita nel 2010 in seguito ad un crack da 100 milioni di euro. A patteggiare la pena è stato Giuseppe Camarotto, legale rappresentante della Finabo, al quale è stata inflitta anche l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e l’inabilitazione per altri dieci. Il legale rappresentante era accusato di associazione per delinquere finalizzata all’abusivo esercizio dell’attività bancaria, alla bancarotta fraudolenta ed all’usura. Sotto processo, il dibattimento comincerà il 12 febbraio prossimo davanti ai giudici della IX sezione del tribunale, sono finiti anche Franco Bonaccorso, amministratore di fatto della Finabo, il quale deve rispondere delle stesse accuse contestate a Camarotto, i promotori della sede centrale di Roma Marco Gradassi e Marco Grandi, della regione Sicilia Ignazio Vaccaro, della filiale di Genova Roberto Gervino e Fabio Massimo Poggi e cinque rappresentanti in attività tra Aversa e Casal di Principe, tutti appartenenti alla famiglia Carbone. Nel procedimento si sono costituiti parti civili circa 400 risparmiatori, la Banca d’Italia e l’associazione antiusura Alilacco-Sos Impresa.

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23 Ottobre 2013, 16:00

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