10 Febbraio 2016, 06:33
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PALERMO – Il trend con cui si è chiuso l’anno vecchio sembra riconfermarsi. La scia di rapine a Palermo non si ferma e in poco più di 48 ore tre assalti hanno terrorizzato centinaia di rappresentanti di prodotti per alimenti, gli impiegati di un istituto bancario e i dipendenti di una farmacia. Nel primo caso ad entrare in azione sono stati quattro uomini incappucciati: una tarda mattinata di panico, lunedì, nei locali del Palazzo Tiffany di viale Regione Siciliana, dove si stava svolgendo l’evento “Tupperware”. Il commando, armato di pistola, ha fatto fuoco per intimidire i presenti, tutte donne che sono state derubate dei propri soldi e del telefono cellulare.
I malviventi sono riusciti a scappare, ma secondo gli investigatori il loro piano era un altro. Probabilmente i rapinatori avrebbero voluto tentare il colpo negli uffici, ma il progetto è andato in fumo. Sono riusciti invece a scappare con il bottino due giovani armati di taglierino che poche ore dopo hanno preso di mira la farmacia Borsellino di via Gustavo Roccella, al Villaggio Santa Rosalia. Hanno minacciato i clienti e i dipendenti e puntando l’arma da taglio contro le vittime, si sono fatti consegnare i soldi dell’incasso. Movimenti fulminei, minacce, poi la fuga. Come quella che ieri pomeriggio ha dato vita ad un folle inseguimento per le vie del centro città, quando tre malviventi sono scappati dai locali della banca Credem di piazza Alberico Gentili.
A pochi passi dal Giardino Inglese, intorno alle 15, è stato il caos: le volanti della polizia sono intervenute in seguito all’allarme lanciato dall’addetto alla sorveglianza e i tre rapinatori si sono divisi. Uno se l’è data a gambe per via Libertà, gli altri due a bordo di uno scooter in direzione di via Duca della Verdura. Assalti a raffica anche nelle settimane precedenti, a conferma che l’anno nuovo ha già collezionato una serie di colpi che fanno crescere l’allarme sicurezza in città.
Basti pensare che il 2 febbraio un’altra rapina è stata messa a segno in banca. In quel caso è stato preso di mira il Credito Siciliano di via Leonardo da Vinci, da cui un uomo è riuscito a fuggire con 2 mila euro. Pochi giorni prima era stato preso d’assalto l’ufficio postale di via Empedocle Restivo, mentre i giovani entrati in azione alla farmacia “Cannata” di corso dei Mille a fine gennaio, sono stati rintracciati ed arrestati poche ore dopo.
Ma non solo rapine. Negli scorsi mesi l’allarme sul fronte della sicurezza, specie nel centro storico, è stato alimentato dal numero di aggressioni denunciate alle forze dell’ordine. Due si sono verificate al Foro Italico, nei pressi del Tempietto della Musica e le risse avvenute alla Vucciria tra novembre e dicembre hanno provocato, la richiesta delle telecamere da parte di residenti e commercianti. Ultima, in ordine di tempo, l’aggressione che si è verificata nella zona di via Candelai due notti fa: una banda di giovani ha preso a colpi di caschi, bottiglie e mazze alcuni coetanei. I carabinieri, in questo caso, hanno arrestato uno di loro e denunciato i complici.
E intanto monta anche la polemica politica. A lanciare l’allarme ieri è stato anche il commissario provinciale dell’Udc Adriano Frinchi: “Siamo in piena emergenza criminalità, non possiamo fare finta di nulla”. Il sindaco, dal canto suo, ha replicato sostenendo che Palermo è percepita nel mondo come una città “eccitante e sicura” e il fenomeno della criminalità è in linea a quella di grandi città come il capoluogo siciliano. Il pericolo è stato rilanciato anche dal Pd che in una nota della segreteria ha attaccato il sindaco: “Mentre la delinquenza in città non accenna a diminuire, mentre si comincia a sospettare, sempre di più, che non si tratti di semplice delinquenza ma di una possibile strategia di Cosa nostra che si riorganizza “vecchio stile”, desta preoccupazione sentire il sindaco che definisce Palermo una “città eccitante e sicura” che “non è più governata da Cosa nostra”, sottovalutando incomprensibilmente quanto sta accadendo. Ci piacerebbe che fosse effettivamente così ma, sfortunatamente, l’escalation di furti, di rapine, di risse incomprensibili scoppiate in zone molto frequentate e fomentate da gruppi di giovani che agiscono con evidente premeditazione, il proliferare di danneggiamenti di vetrine di negozi consumati “simbolicamente” di giorno, ci obbliga a pensare che è vero l’esatto contrario. La superficialità con cui Leoluca Orlando sta approcciando quanto sta accadendo, la leggerezza con cui sta sta sottovalutando argomenti che in passato, ai tempi della “primavera”, gli erano molto cari, stupiscono, fanno riflettere e obbligano a chiedere che la sua inerzia e spavalderia siano superate da una maggiore attenzione sull’accaduto da parte del Prefetto e delle Commissioni Parlamentari Nazionale e Regionale dell’antimafia cui ci rivolgeremo immediatamente”.
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10 Febbraio 2016, 06:33