Barbagallo lascia i domiciliari| “Compreso il disvalore delle azioni” - Live Sicilia

Barbagallo lascia i domiciliari| “Compreso il disvalore delle azioni”

Proposti dall'ex sindaco 15mila euro a titolo di risarcimento danno.

CATANIA. A due giorni dalla revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari per l’ex sindaco di Acireale Roberto Barbagallo, tornato in libertà dopo quasi 5 mesi, emergono i dettagli sulle motivazioni del provvedimento emesso dal Tribunale del Riesame, presieduto da Sebastiano Mignemi. Articolata la richiesta della difesa, rappresentata dai legali Enzo Mellia e Pierfrancesco Continella, che ha trovato pieno accoglimento da parte dei giudici del Riesame. Gli elementi valutati denoterebbero, secondo il tribunale, che l’ex primo cittadino abbia “compreso il disvalore delle proprie azioni ed abbia modificato il proprio stile di vita”. Per i giudici l’elezione a sindaco di Stefano Alì, “appartenente a contrapposta area politica di militanza del Barbagallo”, non consentirebbe a quest’ultimo di condizionare le scelte dell’elettorato né di “interferire nell’attività amministrativa comunale”. Dal provvedimento emerge anche la proposta di risarcimento formulata dall’imputato al neo sindaco Alì, a cui Barbagallo avrebbe offerto la somma di 15mila euro per i danni subiti dall’ente a causa delle proprie condotte. Una proposta che, seppur rifiutata, dimostrerebbe, sempre secondo il tribunale, ravvedimento e “la volontà di rifondere il predetto comune del danno allo stesso eventualmente arrecato”.

 

Ad incidere sulla decisione anche lo stato di salute patito dall’ex sindaco, che testimonierebbe la “sincera sofferenza del medesimo per quanto successo, in quanto connesse non tanto allo stato detentivo, ma all’umiliazione ed al disonore procurato a se stesso ed al proprio nucleo familiare con la propria condotta”. Per i giudici ciò escluderebbe la reiterazione in futuro delle stesse condotte.

 

LE ACCUSE. E’ accusato di concorso in induzione indebita a promettere utilità l’ex sindaco di Acireale Roberto Barbagallo. Secondo la Procura di Catania avrebbe ordinato al luogotenente della polizia municipale Nicolò Urso, coindagato, di eseguire un controllo amministrativo a due venditori ambulanti, con l’obiettivo di trovare qualche irregolarità da poter utilizzare per ottenere un sostegno elettorale per Nicola D’Agostino, candidato alle regionali. “Maggiuva ‘na cosa elettorale!…(trad.:mi serve una cosa elettorale) dui gemellini….’ca cianu ‘u camiun posteggiato a via …” (trad:i due gemellini che hanno il camion posteggiato alla via ….); ci po iri pì ‘mpocu spagnarici…(trad:ci puoi andare per farli spaventare)…accussì mi venunu a ciccari ..(trad:così mi vengono a cercare)”. Questa l’intercettazione che inchioderebbe l’ex primo cittadino.

 

 

 


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