"Musumeci? Il governo più tracotante di sempre" - Live Sicilia

“Musumeci? Il governo più tracotante di sempre”

Il segretario del regionale del Pd Barbagallo fa il punto sulla coalizione in vista delle primarie.
L'INTERVISTA
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4 min di lettura

PALERMO – “Un’alleanza solida e consapevole”. Le parole del segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo, sulla stabilità dell’asse con il Movimento Cinquestelle trasudano ottimismo. Domani a Roma il segretario nazionale dei dem, Enrico Letta, e il presidente pentastellato Giuseppe Conte, si vedranno per fare il punto sullo stato dell’arte dell’alleanza in Sicilia e non solo. Sul metodo individuato per la scelta dei candidati, venuto fuori dalle interlocuzioni tra i dirigenti siciliani dei partiti della truppa progressista, Barbagallo è fiducioso (voto online compreso). E non lesina stoccate agli avversari di un centrodestra “litigioso e  arraffone”

Segretario, partiamo dall’incontro di domani tra Letta e Conte. Che cosa si aspetta?

In questi anni sia Enrico Letta che Giuseppe Conte hanno dato un contributo decisivo alla costruzione di una proposta politica unitaria del campo progressista in Sicilia. Sono sicuro che lo faranno anche stavolta consapevoli del lavoro incessante che è stato fatto nei territori. La Sicilia è la regione dove l’alleanza giallorossa si è costruita prima e dove ha ottenuto vittorie importanti. Siamo fiduciosi.

Nodo primarie. Come si sta preparando il Pd all’appuntamento di luglio?

Non si chiamano primarie. È una consultazione popolare per la scelta del candidato presidente della regione. E soprattutto non è una prova muscolare tra le forze del centrosinistra. Saranno settimane di passione politica, confronti continui tra i candidati non solo sui vari rami dell’amministrazione regionale (cultura, turismo, agricoltura, comuni etc…) ma soprattutto settimane di ascolto e partecipazione di tante categorie, soggetti e parti sociali che Musumeci e il suo governo in questi anni hanno messo da parte.

Insomma, sarà il lancio di un nuovo modello di governo della Regione, antitetico rispetto a quello di Musumeci uomo solo al comando. E soprattutto saranno una festa: il giorno della liberazione della Sicilia da Musumeci, e dal suo governo, il più tracotante, ottuso e inadeguato della storia della Regione. Dal fallimento del click day alle figuracce internazionali dei morti ‘spalmati’ fino ad arrivare alla bocciatura di tutti i progetti del Pnrr per l’idrico e l’incapacità di realizzare gli impianti dei rifiuti necessari a superare la crisi. Serve una lunga pubblicazione per indicare tutti i pasticci e gli errori da matita blu di questo governo, altro che queste poche righe.

Secondo lei il popolo democratico apprezzerà il sistema di voto online?

Le regole non sono state ancora stabilite. Sabato ci sarà la direzione regionale del partito che farà chiarezza sulle regole e sulle modalità di voto. Il partito democratico, in altre esperienze  (come nelle primarie del comune di Roma)  ha sperimentato la possibilità del voto on line. 

Siamo la casa dei progressisti e certamente sentiamo più di altri la capacità di rinnovare, migliorare le condizioni delle persone e lavorare per le riforme. Dare la possibilità a tanti siciliani di votare con il telefono senza recarsi per forza, in una calda giornata di luglio, ai seggi è sicuramente un passo avanti necessario; ma al contempo, bisogna garantire anche una modalità di voto in presenza e, naturalmente, la simultanità delle operazioni di voto e dello scrutinio. 

Scoglio candidature. Quando svelerete il nome del vostro candidato alla Presidenza?

Se venisse confermata la data del 10 giugno per la presentazione delle candidature, ovviamente, alcuni giorni prima. Certamente il partito democratico proporrà un solo candidato. Sono giorni frenetici in cui intensificheremo il dibattito sul nome in tutti gli organismi di partito per arrivare ad un’indicazione condivisa e unitaria.

L’alleanza giallorossa è solida come lo era l’anno scorso o qualcosa è cambiato?

Non solo è solida, ma è anche più matura e consapevole. Definire la coalizione a Palermo e Messina era più difficile che altrove, perché venivamo da percorsi amministrativi diversi, con reciproche e legittime ambizioni, ma alla fine abbiamo fatto valere le logiche comuni, i valori condivisi, la voglia di stare insieme. Un po’ come quando per i voti in aula sui grandi elettori il Pd non ha presentato un proprio nome votando Di Paola, mentre il centrodestra crollava sotto i colpi del voto segreto. Credo questa sia la distinzione più evidente tra le due coalizioni in questo momento. Da un lato un centrodestra litigioso, arraffone, che lottizza tutti i posti di sottogoverno e non arrossisce neanche difronte ad imbarazzanti commistioni con i condannati per mafia e dall’altro lato un centrosinistra unito con la voglia di scrivere una nuova stagione e costruire l’alternativa.

Palermo e Messina saranno la cartina al tornasole per la tornata delle regionali. La strada per il centrosinistra è in salita? Il Pd punta a diventare il primo partito della coalizione? 

Il Pd vuole vincere e vuole governare una Sicilia che abbia finalmente “le carte in regola” come diceva Pier Santi Mattarella.


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