Politica

Barbagallo (Pd): “Il governo Schifani è il nulla cosmico, Volo si dimetta”

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06 Agosto 2024, 10:02

4 min di lettura

Onorevole Anthony Barbagallo, segretario regionale del Pd, ha visto anche lei la foto di quella gamba nel cartone a Patti…
“Non l’ho vista solo io, la foto ha fatto il giro del mondo”.

Cosa ne pensa?
“Semplicemente l’immagine certifica lo stato dell’arte della sanità siciliana. Con questo governo, anzi, con questo ‘non governo’, siamo tornati indietro di cento anni”.

Ci sono delle verifiche in corso e dei provvedimenti già presi.
“Non vorrei che si andasse a caccia dei classici capri espiatori. Io noto una evidente inadeguatezza, unita all’incapacità di risolvere i problemi in tutti i campi, non solo nella sanità”.

Tutta colpa del governo Schifani? Il disservizio è antico…
“Dico solo che non è stata messa a frutto la terribile lezione del Covid che ha messo in luce come sia importante la sanità territoriale. In quei giorni ha funzionato meglio il medico di famiglia che incontrava a domicilio i suoi assistiti piuttosto che la grande infrastruttura sanitaria”.

Una lezione?
“Quella del Covid è stata una stagione drammatica ma anche intrisa di grandi opportunità: il PNRR, le risorse per ammodernare ospedali, assumere nuovo personale medico e infermieristico e acquistare attrezzature sanitarie più moderne. Invece, il treno è passato e ci ritroviamo una sanità peggiore del 2019, con i tanti e soliti manager sempre e loro posto; l’unica soluzione che continua a proporre Schifani è quella del continuo ricorso ai privati, come se fossero la panacea di tutti i mali, voltando le spalle alla sanità pubblica. E nel frattempo le liste di attesa si allungano e i pronto soccorso offrono ore ed ore di attesa per i malcapitati di turno”.

Eppure ci sono state, appunto, le nomine dei manager, con la promessa di una svolta: qualcosa non ha funzionato?
“Sui manager abbiamo assistito a una clamorosa opera di lottizzazione, con l’evidente ricerca dello sponsor politico più influente piuttosto che ricercare il più bravo. La destra parla tanto di ‘merito’, credo che sui manager sia mancato proprio quello”.

Il merito e basta sarebbe una novità, forse, in Sicilia. Il Pd, quando era il suo turno, non ha mai lottizzato?
“Al governo ci siamo stati poco e potevamo fare meglio, d’accordo. Il centrodestra, però, in Sicilia ha governato venti anni negli ultimi venticinque. Ma sulla sanità avevamo avviato percorsi virtuosi. E’ merito di quella stagione la realizzazione del ‘San Marco’ e l’ammodernamento dell’edilizia ospedaliera catanese. Furono fatte scelte coraggiose sulla chiusura di qualche pronto soccorso di troppo che i governi successivi si sono rimangiati. La nostra posizione è chiara: Giovanna Volo, assessora alla Salute, deve dimettersi. Il ricorso al tecnicismo non ha pagato. Siamo al nulla cosmico”.

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Sulla sanità?
“Su tutto. Basta guardare la gestione in aula all’Ars negli ultimi giorni. Il centrodestra prende voti, costruisce consenso con clientele di ogni tipo ma poi non riesce a e governare neanche banali passaggi d’aula. La maggioranza è un Suk, un tutti contro tutti, ogni volta che c’è un voto segreto perdono una decina di voti. Stavolta, sulle province, sono andati sotto addirittura al primo soppressivo e nonostante i due nuovi deputati surroganti, slegati dalle logiche dei rancori pregressi”.

Insomma?
“Insomma, un centrodestra che non ha un progetto politico, una visione per la nostra terra. Dopo l’ultimo voto dell’Ars, Il presidente della Regione convochi i comizi elettorali, abbandonando maldestri tentativi di cambiare le regole ora che la partita è iniziata. Si voterà a dicembre: bisogna insediare gli organi nelle città metropolitane e nei liberi consorzi, ponendo fine alla stagione commissariale. Il Pd lavorerà per costruire anche nelle elezioni provinciali la coalizione più larga ed inclusiva per battere la destra siciliana”.

C’è anche la siccità…
“Infatti, anche l’emergenza siccità, gestita malissimo, dimostra l’assunto. Nessuna opera significativa è stata finanziata; dovremmo gestire la più grande crisi idrica con otto nuove autobotti, una settantina riparate alla meno peggio e con una nave cisterna che si aggira nelle coste dell’Isola. Servono finanziamenti strutturali: quelli che ha perso Musumeci al governo con i famosi 31 progetti sull’ammodernamento irriguo bocciati. Trentuno su trentuno. Oggi se fossero stati finanziati almeno la metà racconteremmo un’altra storia”.

Ma qualcosa è stato fatto o no, secondo lei?
“Il ritornello è sempre lo stesso: abbiamo avviato il tavolo tecnico, istituito la cabina di regia… Chiacchere, ma soluzioni e lavori che partono non se ne vedono. Il Pd sta dando battaglia su tutti i fronti: in Parlamento abbiamo proposto più di un question time, in Ars, mercoledì, si discuterà la nostra mozione sulla siccità. Abbiamo da poco finito la segreteria regionale ed esiteremo presto un documento con soluzioni concrete sulla siccità. Tanta propaganda e nulla di concreto. Gli errori commessi sono innumerevoli”.

Parla di errori – scusi onorevole – il segretario regionale del partito che ha candidato alle elezioni regionali l’onorevole Caterina Chinnici, oggi al Parlamento Europeo con Forza Italia…
“Una grande ferita che ancora brucia. Un errore, certo, da cui bisogna imparare. Ma non potevamo prevedere che una persona, che in tanti anni aveva dimostrato consenso, impegno, storia politica potesse colpire così la sua comunità”.

Lei è il segretario di un Pd siciliano che appare litigioso…
“Abbiamo una comunità vivace, da sempre. Ma è la mia comunità e sono orgoglioso di rappresentarla. Tanti amministratori, sindaci, undici deputati regionali, sei parlamentari nazionali, un deputato europeo. E soprattutto l’inestimabile patrimonio degli iscritti, dei giovani democratici e dei circoli. Sarà bello tuffarsi da fine mese nelle nostre Feste dell’Unita. La sfida del partito è quella di aprirsi sempre di più a forze fresche e sane”.

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06 Agosto 2024, 10:02

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