30 Giugno 2013, 06:15
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PALERMO – Raccolta differenziata porta a porta, ristrutturazione del canile, avvio di un piano urbano per l’energia sostenibile, senza dimenticare la spinosa situazione degli operai ex Gesip, per una buona fetta impegnati nella cura del verde pubblico. Sarà un’estate calda per l’assessore all’Ambiente del Comune di Palermo, Giuseppe Barbera.
Assessore, partiamo dall’annosa questione dei rifiuti. Già all’indomani dell’emergenza di aprile si parlava di potenziare la differenziata e dotare Palermo di impianti all’altezza. Ci sono stati passi avanti?
“Dopo l’estate, penso già a settembre, partirà la seconda fase della raccolta porta a porta, Palermo Differenzia 2 (che dovrebbe estendere il servizio ad altri 130 mila residenti, a partire dal centro storico, ndr). Con la Regione abbiamo ripreso in mano e adeguato il vecchio progetto, non possiamo permetterci di sbagliare. È un servizio importante, come si è visto con Palermo Differenzia 1 nei momenti peggiori della crisi. Con l’assessore Di Marco (alle Attività Produttive, ndr) c’è in piedi un discorso per introdurre nei mercati la riconoscibilità dei rifiuti attraverso meccanismi sanzionatori da un lato e premiali dall’altro. Inizieremo dai mercati rionali. E vogliamo proporre la stessa cosa ai gestori dei pub. Abbiamo anche incontrato dei produttori per studiare forme di ecodesign e di riduzione degli imballaggi. Dobbiamo educare i cittadini fin dalle scuole, bisogna credere nella differenziata e nel riuso. L’obiettivo per i prossimi anni è il 40-50%”.
Palermo però è carente di impianti. Il riciclato, che sia carta, plastica o biodegradabile, va sempre trasportato fuori città, con ulteriore crescita dei costi.
“I centri di raccolta in cui trasportiamo il materiale da riciclare si trovano a Marsala e Termini Imerese, mentre del biodegradabile se ne occupa una ditta di Misilmeri. È uno spreco, questo tipo di rifiuti dovrebbe rappresentare una risorsa. A Bellolampo l’ampliamento della sesta vasca, che avrà termine a cavallo fra luglio e agosto, sarà accompagnato dalla definizione di altri impianti. Non attiveremo per il momento i due biotrituratori Amia che si trovano vicino la discarica perché a conti fatti costava più che trasportare i rifiuti fuori Palermo. Saranno più funzionali in futuro per l’impianto di compostaggio che sorgerà nei paraggi. Per i residui da giardini e potature, che hanno una purezza maggiore della materia organica da rifiuti urbani, stiamo optando per l’acquisto di altri tre trituratori. Non parlo di cose lontane, sono idee concrete, che possono partire entro fine anno: il commissario nominato dalla Regione ha già i fondi necessari”.
A proposito di verde pubblico, come procede la riorganizzazione dell’Ufficio Ville e Giardini? Si è parlato di alcune lamentele dei capi giardiniere sulle difficoltà di gestire così tanti operai, ivi compresi gli ex Gesip…
“La riorganizzazione procede bene. Gli incontri con i capi giardiniere avvengono settimanalmente e non mi risultano particolari lamentele. Gli interventi procedono secondo il programma previsto: abbiamo iniziato da Villa Trabia e dalle palme a Mondello, via dell’Olimpo e piazza Verdi. Da parte di tutti i dipendenti c’è molta consapevolezza del lavoro che c’è da fare per recuperare dopo un inverno terribile. Anche con l’università c’è una collaborazione fruttuosa”.
Quali novità in vista per i grandi polmoni verdi della città?
“Finalmente apriremo il varco per unire il parco Ninni Cassarà al parco d’Orleans. Abbiamo definito gli ultimi dettagli con l’università, aspettiamo il via libera del loro consiglio di amministrazione. Prima della pausa estiva sarà fatto. Alla Favorita per ora stiamo facendo una serie di interventi di pulizia ordinaria. Durante l’estate lavorerò con l’assessore Giambrone (alla Cultura, ndr) e con la Regione per creare, già a partire da settembre, un’area pedonale che includa il Museo etnografico “Giuseppe Pitrè”, la Palazzina Cinese, il giardino della Palazzina e Villa Niscemi. Prima però vanno messi in sicurezza i piloni del cancello d’ingresso della Palazzina che dà su viale del Fante. Per ora il cancello è stato chiuso. Prima delle ferie estive, inoltre, presenteremo in giunta, per poi essere trasmesso alla Regione, il progetto di fattibilità per la nuova Favorita”.
Passando alla questione inquinamento, a che punto è il piano Paes (Piano di Azione per l’Energia Sostenibile) presentato a gennaio?
“Lo porto in giunta martedì. Non anticipo i particolari. Riguarderà, com’è noto, l’installazione degli impianti solari termici e fotovoltaici sui tetti degli edifici comunali, la sostituzione degli impianti di illuminazione pubblica più arretrati con lampade a basso consumo energetico, il nuovo impianto a metano in viale Francia, e così via”.
Quel che non sembra finire è la tormentata vicenda del canile: la ristrutturazione è stata rinviata ancora una volta perché la gara per individuare i rifugi cui affidare i cani durante i lavori è andata praticamente deserta.
“É vero, ci è arrivata una sola domanda da una ditta di Bologna, che peraltro ha consegnato una documentazione incompleta. Entro l’estate i cani devono uscire da via Tiro a Segno. Intanto abbiamo optato per l’affidamento diretto di un centinaio di cani alla ditta bolognese, ovviamente dietro attenta verifica che abbia tutte le carte in regola. Un altro centinaio di cani sarà custodito nell’ex mattatoio. La ditta dovrà impegnarsi a trasferire gli animali e a garantirne l’igiene e la cura. L’importo previsto per il servizio di mantenimento e custodia dei cani si aggira sui 100 mila euro. L’affidamento durerà almeno per qualche mese o comunque fino al completamento della ristrutturazione, che deve iniziare al più presto perché c’è la ditta vincitrice dell’appalto che aspetta il via libera. I lavori costeranno oltre 800 mila euro già iscritti al bilancio. Nel frattempo avvieremo l’iter per il nuovo canile, che verrà costruito nell’arco di un anno e mezzo o in un’area sottratta alla mafia, che stiamo individuando, o, come struttura sovracomunale, nel Comune di Monreale”.
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30 Giugno 2013, 06:15