13 Aprile 2016, 15:00
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PALERMO – E porte chiuse siano. Il Palermo accetta la decisione del giudice sportivo dopo gli avvenimenti di domenica scorsa e non presenta il ricorso per la chiusura del “Renzo Barbera”, che resterà dunque senza pubblico in occasione del match con l’Atalanta, in programma mercoledì 20 aprile alle 20.45. Scaduti i termini per appellarsi alla corte federale (la deadline era fissata nella giornata di oggi), il club di viale del Fante ha scelto di assumere un atteggiamento di responsabilità, dopo una domenica di inferno vissuta sotto i riflettori sin da prima del fischio d’inizio del match. Scontri in centro città tra tifosi, petardi e fumogeni in campo, sospensione della partita e contestazione fuori dallo stadio: tutti elementi che hanno portato ad una presa di coscienza comune e alla conseguente decisione di accettare la “mazzata” di Tosel, cercando di salvaguardare un’immagine macchiata in maniera fin troppo evidente.
La perdita economica non sarà enorme, nemmeno irrisoria però. Certo, in ogni caso chiudere le porte del “Barbera” sarà un danno sul fronte delle entrate, ma dover mettere i lucchetti proprio nelle settimane in cui il club ha dato il via alla promozione per attirare quanta più gente allo stadio è una beffa. L’iniziativa #Tuttixuna, lanciata proprio per Palermo-Lazio e prevista per le ultime partite casalinghe, ha permesso al club rosanero di superare nuovamente le ventimila presenze allo stadio, con 12.508 paganti (da aggiungere ai poco più di diecimila abbonati). Prezzi ridotti, certo, ma una strategia che ha permesso al Palermo di trovare nuova linfa da un botteghino mostratosi finora piuttosto magro alla voce ricavi. Contro l’Atalanta, nonostante le ultime prestazioni e nonostante il turno infrasettimanale, sarebbe stato facile prevedere un nuovo afflusso di questo tipo.
Ma Palermo-Atalanta è un’altra partita critica sul fronte tifoserie. Della condotta tenuta dai gruppi ultras rosanero fino a sabato scorso c’è davvero poco o nulla da eccepire, eppure la sfida con i bergamaschi è una di quelle che fa drizzare le antenne anche in tempi di pace. Nessuna misura restrittiva era stata presa in considerazione per la sfida del trentaquattresimo turno, ma nel recente passato si è deciso di evitare possibili contatti tra tifosi. Nella scorsa stagione, giusto per citare un episodio, la trasferta all’Atleti Azzurri d’Italia è stata vietata ai non possessori della tessera del tifoso dell’Atalanta e, di fatto, a tutti i tifosi del Palermo. Una decisione che non ha avuto seguito in occasione del match in terra siciliana e che non ne avrebbe avuto nemmeno per la sfida di mercoledì 20, tant’è che alcuni tifosi atalantini avrebbero già acquistato i biglietti, rimanendo spiazzati dalla decisione del giudice sportivo.
A queste motivazioni si unisce quella forse più importante, ovvero il danno di immagine avuto dal Palermo domenica scorsa. I tafferugli in via Libertà nel pomeriggio prima della partita, con otto tifosi arrestati (quattro a testa tra palermitani e laziali) è stato solo il primo passo verso le ormai note scene della sera. Quattordici petardi, quattro bengala, due fumogeni e altri oggetti contundenti tra cui rubinetti e cassette del wc lanciati in campo, con due sospensioni del match. Troppo per poter pensare di presentare ricorso senza una ulteriore macchia, con la consapevolezza di non avere poi tutte queste chance di veder sospesa la sanzione. Perché se da un lato è vero che in situazioni peggiori si è optato soltanto per la squalifica di una sola curva, dall’altro lato è stato riscontrato il lancio di oggetti da più di un settore, come ammesso dal questore Guido Longo. Motivo per cui la chiusura della sola curva nord sarebbe stata un’ipotesi impraticabile.
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13 Aprile 2016, 15:00