24 Ottobre 2014, 12:06
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CAPO D’ORLANDO (MESSINA) – Tanta esperienza, ma soprattutto tanta classe al servizio dell’Orlandina. Gianluca Basile ha scelto di proseguire la propria avventura con i paladini, nonostante l’età, per poter dire nuovamente la sua nel campionato di massima serie. Una sfida importante per il Baso, che non vuole pensare a smettere. Anzi, i progetti per un post-carriera sono ancora tutti da definire: “Non ci ho ancora pensato – ammette Basile – tutti mi dicono che dovrei fare l’allenatore, ma non me la sento. Fuori dal campo può sembrare che sia uno che dà ordini, ma fare l’allenatore è diverso. Serve pensare al basket 24 ore su 24, non ce la farei mai. Per adesso gioco, poi si vedrà”.
Ritrovare la serie A, dopo un anno da protagonista in A2 Gold, può fare uno strano effetto. Dai suoi esordi a Reggio Emilia ad oggi, nel basket italiano, è cambiato quasi tutto: “Prima c’era più tecnica – dichiara la guardia dell’Orlandina – oggi più forza fisica e atletismo. Oggi è più difficile tenere nell’uno contro uno, faccio più fatica a 40 anni. Mi viene un po’ di malinconia a vedere dieci americani in campo. Non è per razzismo, ma perché vengo dalla vecchia scuola, con le vecchie regole”. Una questione sollevata più volte in ambito federale, per ridare competitività al basket italiano e per riportare ad alti livelli la nazionale. Una nazionale che, secondo Basile, al momento sta ben figurando: “In nazionale stanno facendo un buon lavoro, il prossimo anno sarà fondamentale. Ci saranno gli Europei, c’è in palio un posto alle Olimpiadi che sono la massima espressione dello sport”.
Olimpiadi che hanno visto Basile tra gli assoluti protagonisti nell’ultima apparizione azzurra. Dieci anni fa, con coach Recalcati alla guida, la guardia pugliese è stata protagonista di una cavalcata esaltante, non certo l’unica della sua straordinaria carriera: “Ci sono tanti momenti, lo sport dà sempre emozioni. Dagli scudetti con la Fortitudo all’Eurolega col Barcellona, oltre ai successi con la Nazionale”. Proprio nei Giochi di Atene, Basile ha reso celebre il suo marchio di fabbrica, qui “tiri ignoranti” che hanno trascinato l’Italia sino alla medaglia d’argento: “Ne ho fatti tanti, ne ricordo un con l’Efes Pilsen per qualificarci alle Final Four, ma anche uno in semifinale alle Olimpiadi contro la Lituania. Un tiro assurdo, ancora non erano scaduti i 24 secondi ed eravamo sul +7”.
Ricordi indelebili per Basile e per tutta l’Italia cestistica, che però fanno ormai parte del passato. Il presente si chiama Capo d’Orlando e vede i paladini ancora a zero punti in classifica. Una partenza a rilento, ma Basile promette un riscatto immediato: “Non siamo partiti nel migliore dei modi. Dobbiamo cambiare atteggiamento, quel che abbiamo fatto finora non basta. Bisogna dare qualcosa di più, ma sono sicuro che le cose andranno meglio già nella prossima partita”. Intanto, a Capo d’Orlando, sembra che Basile abbia trovato la dimensione ideale per continuare a performare ad alti livelli sulla soglia dei quarant’anni: “Adesso sono a Capo d’Orlando e non intendo muovermi da qui. Io vengo da un paesino del sud, come Capo d’Orlando. Noi del sud siamo appassionati dallo sport, abbiamo qualcosa in più. Mi aspettavo tutto questo calore”.
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24 Ottobre 2014, 12:06