22 Novembre 2014, 06:00
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PALERMO – “Certi privilegi sono ormai anacronistici e inaccettabili. Con la prossima Finanziaria riformeremo il pubblico impiego, come avevamo provato a fare già in passato”. Il presidente della Regione torna alla carica. Nella scorsa legge di stabilità, un intero pacchetto di riforme riguardante il personale regionale “saltò via” tra le proteste di politici e sindacati. Ma quel pacchetto sarà quasi interamente riproposto nella prossima manovra: “Almeno capirò se questa maggioranza è davvero coesa, o se invece stiamo solo scherzando”.
Che significa presidente? È pronto a un nuovo braccio di ferro all’Ars? Il tema è molto “sentito” sia in parlamento che fuori.
“Io sono pronto. Ritengo assolutamente irrazionale la bocciatura di quelle norme, qualche mese fa. Adesso voglio vedere chi si metterà di nuovo di traverso”.
In quel pacchetto c’era di tutto: dai prepensionamenti all’abolizione di qualche prerogativa dei regionali. Su cosa punterete?
“Su tutto. A cominciare dai prepensionamenti. Riproporremo il sistema pre-Fornero, con la possibilità di mandare in pensione i dipendenti teoricamente anche a 58 anni”.
Che risparmio comporterebbe questo intervento?
“In base alle prime stime credo che i prepensionamenti farebbero risparmiare alla Sicilia circa 40 milioni in tre anni. Ma si tratterebbe, appunto, solo di uno degli interventi previsti”.
Lei ha parlato anche recentemente della riduzione delle posizioni dirigenziali.
“Il numero di posizioni apicali alla Regione è spropositato. La Corte dei conti ogni anno ci spiega che i dirigenti regionali sono troppi. Noi non possiamo certamente licenziarli. Ma quantomeno ridurremo quelle posizioni, così risparmieremo le indennità accessorie previste”.
In che numero verranno ridotte queste strutture?
“Numeri alla mano, credo che dovranno essere dimezzate. Certo, questo passerà attraverso un processo di riorganizzazione generale della macchina amministrativa”.
E questo intervento invece che risparmi produrrebbe?
“Li abbiamo quantificati in circa nove milioni di euro. E mi riferisco solo ai rami dell’amministrazione”.
Perché? Dove pensate di intervenire?
“Ovviamente le stesse misure dovranno coinvolgere ad esempio le società partecipate, i Consorzi di bonifica e altri enti regionali”.
La Corte dei conti, a dire il vero, ha puntato l’indice anche contro la cosiddetta “clausola di salvaguardia”, l’ha definita una delle “anomalie più risalenti” della Regione.
“E i giudici contabili hanno perfettamente ragione. Noi abbiamo provato già in passato ad abolirla. Non esiste in nessuno stato di diritto una indennità per una funzione che non si svolge. L’aboliremo”.
Ne è così sicuro? Ci aveva già provato qualche mese fa. E invece le norme saltarono fuori dalla Finanziaria.
“Adesso dal punto di vista politico è cambiato tutto. Nei giorni della manovra mi presenterò con una maggioranza finalmente coesa”.
Lei raccontò che durante i lavori per la formazione delle vecchie finanziarie, i deputati fossero condizionati dalle telefonate dei dirigenti regionali. Perché adesso dovrebbe cambiare qualcosa?
“Guardi, questa finanziaria chiarirà almeno una cosa. Mi farà capire se si è raggiunta una vera unità, una vera ricomposizione nella maggioranza o se abbiamo solo scherzato. Questi interventi rappresentano l’Abc. Da qui si deve partire, altrimenti è tutto inutile”.
Insomma, è come se lei stesse ponendo una sorta di “fiducia” su queste norme da inserire in Finanziaria.
“La Finanziaria è sempre un momento in cui si mette in gioco la fiducia della maggioranza nei confonti del governo. Ma dai temi di cui le parlavo non possiamo assolutamente prescindere. Da lì passa tutto. Poi, ovviamente, servirà dell’altro”.
A cosa si riferisce?
“Dobbiamo, in linea generale, allineare il nostro bilancio alla spesa europea. Anche per evitare di cadere nei soliti stereotipi”.
Vale a dire?
“Vede, ho fatto uno studio sulle spese della Regione Lombardia. Sulla forestazione loro spendono anche più della Sicilia, perché utilizzano somme sottoforma di spese per investimenti. È quello che dobbiamo provare a fare anche noi”.
In pratica, l’idea è quella di garantire il futuro di forestali, dipendenti dei Consorzi di bonifica e altri lavoratori, attraverso l’utilizzo di fondi extraregionali: europei e nazionali.
“Esattamente. Dobbiamo riorganizzare tutta la materia. I forestali non possono essere visti come dei rangers. Ma vanno impiegati in tutta una serie di attività. Penso al dissesto idrogeologico, ad esempio. Sto ragionando sulla possibilità di mettere nelle mani di un ente, potrebbe essere l’Esa, il coordinamento di questi Piani complessivi che possono attrarre finanziamenti europei e garantire quindi un impiego più strutturato, stabile dei lavoratori”.
Regionali e forestali, insomma, ci riprova. Poi su cosa interverrete?
“Penso agli affitti, a volte spropositati, e alla vicenda Spi che sarà tutta da chiarire. E penso anche alla Sanità, dove proseguiremo con la lotta agli sprechi. Ma una cosa in questo caso voglio dirla: leggo già le prime polemiche sul mutuo che abbiamo acceso per pagare i debiti. Mi stupisco che a protestare sia ad esempio Forza Italia e per due regioni. Mi chiedo infatti come mai non protestassero quando questi debiti venivano creati. E mi chiedo che destra sia, quella che si oppone a ripagare i crediti vantati dalle imprese. Del resto, in questi giorni di polemiche pretestuose ne ho viste tante”.
A cosa sta pensando?
“Penso al caso delle trivelle. Per qualcuno dovremmo essere l’unico posto al mondo che ha il petrolio e non lo vende. Bisogna chiarirsi: qui costantemente ci si oppone alle possibili nuove entrate e alla riduzione degli sprechi. Non ci sarà mai sviluppo in Sicilia se stessimo sempre dietro a queste storie”.
Nei prossimi mesi, però, la palla passa al parlamento. All’Ars a volte le “buone intenzioni” dei suoi provvedimenti vengono fortemente ridimensionate.
“Non solo questo. All’Ars andiamo avanti, ormai da mesi, con mozioni, discussioni fiume a volte assolutamente inutili. E sostanzialmente abbiamo approvato solo finanziarie. Adesso lancio un appello a tutti. Basta con le polemiche e basta con gli scontri. Serve serietà e rigore. Da parte di tutti. A cominciare dalla mia maggioranza”.
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