05 Marzo 2024, 04:59
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CATANIA – Anche l’ultimo tentativo pare essere andato definitivamente a vuoto. L’assemblea dell’Ati appone (probabilmente) la parola fine alla richiesta di emendare lo schema di convenzione da applicare. E lo fa con un chiaro messaggio politico, non raggiungendo il numero legale nemmeno alla seconda convocazione di ieri mattina (dopo che lo stesso scenario si era presentato venerdì scorso, in prima chiamata).
Nella sede della Città Metropolitana di via Nuovaluce, alle 9.30 si chiude baracca e burattini ed i 27 sindaci che si erano presentati all’appuntamento fanno dietrofront per tornare ai loro municipi. Iscritto sull’agenda dei lavori c’era il voto sugli emendamenti proposti alla convezione e sui quali aveva lavorato un gruppetto ristretto di primi cittadini dopo il non certo diplomatico scambio di colpi di inizio anno.
“Certo che convocare l’assemblea alle 9 del mattino per chi viene da lontano è tutto dire”, trapela da una parte del fronte di chi ieri era presente per votare. “Non permetto che vengano portate avanti illazioni di questo tenore”, ci dice il presidente dell’Ati (e sindaco di Adrano) Fabio Mancuso. “C’era tutto il tempo del mondo per arrivare ed esserci. Quello che non appare chiaro è che l’assemblea ha fatto la sua scelta e che probabilmente alcuni dei sindaci presenti ieri non avrebbero forse nemmeno preso parte alla votazione per presa di posizione”. Sembra chiaro che quest’ultimo riferimento pare assecondare quelle voci di corridoio che volevano i dem defilarsi dal voto. Fatto per il quale non c’è, ovviamente, alcuna controprova.
La palla adesso passa alla Regione. Meglio: al Commissario ad acta che era già stato nominato dal governo isolano. Improbabile che venga convocata una nuova assemblea (“Dobbiamo fare ridere i polli?”, liquida così la questione lo stesso Mancuso): più certo che sarà – appunto – il commissario ad applicare quello che ha chiesto anche il Cga.
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05 Marzo 2024, 04:59