Bayesian, gli esami e il racconto choc: “Così siamo finiti dentro il mare”

31 Agosto 2024, 19:24

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PALERMO- Il racconto è choc e ripercorre una tragedia immane, l’atroce sorte del veliero Bayesian, nel mare davanti a Porticello, lo scorso 19 agosto. Matthew Griffiths, il marinaio di turno in plancia sul Bayesian, ha raccontato ai pm la notte in cui la nave è colata a picco, nel giro di pochi minuti, con sette persone rimaste intrappolate e morte nelle loro cabine.

Le vittime

I nomi delle vittime sono rimasti scolpiti nelle cronache: il magnate inglese Mike Lynch e la figlia 18enne Hannah, il presidente della Morgan Stanley International Jonathan Bloomer e sua moglie Anne Elizabeth Judith Bloomer, l’avvocato Chris Morvillo e la moglie Nada e il cuoco di bordo Recaldo Thomas.

Parole drammatiche, quelle del marinaio, riferite agli inquirenti quando ancora non era formalmente indagato dalla Procura di Termini Imerese, che tuttavia l’ha iscritto qualche giorno dopo nel registro degli indagati per naufragio e omicidio colposo plurimo.

Il racconto choc

“Ho svegliato il comandante quando il vento era a 20 nodi. Lui ha dato ordine di svegliare tutti gli altri. Io poi ho messo via i cuscini e le piante, chiuso le vetrate del salotto a prua e alcuni boccaporti”, ha riferito l’uomo, secondo quanto appreso dall’ANSA. Griffiths è difeso dagli avvocati Mario Scopesi e Corrado Bregante, che assistono anche l’ufficiale di macchina Tim Parker Eaton. Il terzo indagato, il comandante James Cutfield, è invece assistito dal penalista palermitano Giovanni Rizzuti.

“La nave si è inclinata – ha proseguito Griffiths – e siamo stati sbalzati in acqua. Poi siamo riusciti a risalire e abbiamo cercato di salvare quelli che potevamo”.

“La barca era inclinata e camminavamo sulle pareti. Abbiamo messo in salvo chi potevamo, anche Cutfield ha salvato la bambina piccola e sua mamma” ha aggiunto riferendosi a Charlotte Golunski e alla figlia Sophia, sopravvissute col marito James Emsilie.

I primi esami

Le difese dell’ufficiale di macchina e di Griffiths potrebbero ora chiedere due consulenze tecniche: una ingegneristica per accertare lo stato della nave e capire se vi fosse un guasto di cui nessuno era a conoscenza e un’altra meteorologica per comprendere se la tempesta che si è abbattuta sulla nave sia stata un evento improvviso e violento o se fosse prevedibile.

Quella notte c’era un forte temporale nella zona ma, secondo i legali degli indagati, non ci sarebbero stati né avvisi meteo di burrasca né allarmi particolari. Lo stesso pm di Termini Imerese Raffaele Cammarano aveva parlato di “un evento repentino e improvviso” e spiegato che il veliero era stato “investito da un downburst”. Intanto, su quattro dei sette corpi delle vittime del naufragio i medici legali del Policlinico di Palermo hanno eseguito le tac. Lunedì verranno effettuate le autopsie.

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