03 Agosto 2012, 11:07
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Continua a bruciare la discarica di Bellolampo, sulla collina di Palermo, in fiamme da sei giorni per un rogo certamente doloso appiccato in tre vasche. Alle operazioni di spegnimento – volte a “soffocare” le fiamme che covano sotto i cumuli di rifiuti – lavorano oggi quattro squadre dei vigili del fuoco, gli operai dell’Amia, l’ex municipalizzata che gestisce il sito, che buttano terra sui focolai con le pale meccaniche. Sul rogo la procura ha aperto un’inchiesta. La chiusura della discarica e la necessità di portare in altri 7 siti siciliani i rifiuti ha mandato in tilt la raccolta in città: cumuli di spazzatura sono accatastati accanto ai cassonetti stracolmi in diversi quartieri. In allarme gli abitanti di Bellolampo preoccupati per la nube di fumo che si alza dal sito.
“Le voci che circolano su una eventuale evacuazione delle abitazioni dei quartieri più vicini sono assolutamente false – dice l’ingegnere Salvatore Cantale, dei vigili del fuoco – perché proprio in queste ore le operazione vengono svolte più facilmente dei giorni precedenti. I canadair anche oggi sono entrati in azione: oltre ad operare per il raffreddamento della zona, agevolano il lavoro delle nostre quattro squadre perché permettono la diminuizione del fumo. Ci sarà da lavorare ancora per almeno tre giorni, quando l’intervento di spegnimento attraverso “il soffocamento” con la terra sarà definitivo, si spera. Ciò nonostante – aggiunge Cantale – noi saremo presenti sul posto anche successivamente. Dovremo infatti seguire l’iter previsto per tutti gli incendi, un procedimento ancora più lungo in questo caso. I tempi dipendono anche dalla quantità di mezzi che abbiamo a disposizione”.
I tecnici dell’Arpa però escludono che la nube sia tossica. “Si è affrontata l’emergenza in maniera inadeguata, sono stati sottovalutati gli effetti dei fumi sulla salute dei cittadini è come se in presenza di un cancro si somministrasse un analgesico. Probabilmente gli stessi strumenti usati per il rilevamento dei gas non corrispondono alle reali esigenze”, denuncia il deputato regionale del Pd Pino Apprendi.
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03 Agosto 2012, 11:07