Cronaca

Belmonte: mafia, rotoloni e aglio, ma il malocchio non c’entra

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07 Aprile 2022, 14:43

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PALERMO – Dall’aglio ai rotoloni di carta. Il potere mafioso a Belmonte Mezzagno si esercitava anche nel piccolo commercio. Nella notte fra il 12 e il 13 giugno 2020 qualcuno rubò la merce che Pietro Gaeta custodiva nel suo furgone.

Gaeta, venditore ambulante di frutta e verdura, è finito in carcere con l’accusa di avere fatto parte della decina mafiosa guidata da Agostino Giocondo, pure lui finito in carcere nel blitz dei carabinieri.

Si sarebbe fatto largo subito dopo l’arresto di Salvatore Tumminia, che del mandamento era stato il reggente. Quel furto lo considerò uno sgarbo personale. E iniziò una caccia ai responsabili per dimostrare di avere la capacità di controllare il territorio.

Gaeta si fece consegnare le immagini della telecamera di sorveglianza di un mobilificio. Immortalavano “un maschio e una femmina” che armeggiavano davanti al chiosco di frutta e verdura.

Giocondo era chiarissimo: “… prima devono rientrare l’aglio… poi quello che vuoi fare fai altrimenti la prossima volta si portano a te… allora dico dai non c’è più niente… perché giusto non è che sono 100, 200 euro”.

Insomma era una questione di principio al di là del valore della refurtiva. Che di suo, un certo valore lo aveva. Gaeta lo quantificava in duemila euro. Ad un certo punto Giocondo e Gaeta si sarebbero messi in società.

Non vendevano solo frutta, verdura e aglio ma pure i rotoloni di carta, dello stesso tipo che si vendono in mille angoli di strada. Tre euro due rotoloni, tutto in nero naturalmente.

Per eliminare la concorrenza avvicinarono un grossista: “Tu non devi chiamare nessuno in paese per vendere i rotoloni… tu devi vendere a Misilmeri”. Detto, fatto. La mafia oggi è anche questo.

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07 Aprile 2022, 14:43

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