09 Gennaio 2025, 17:03
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PALERMO – È morta la moglie di Benedetto Spera e il capomafia ergastolano chiede un permesso per l’ultimo saluto. Liberata Spera, aveva 87 anni. Il marito ne ha 90 ed è detenuto al 41 bis nel carcere di Opera.
In passato il Tribunale di Sorveglianza di Milano aveva negato al boss un permesso straordinario per fare visita alla moglie malata. Così come erano state respinte le richiesta di un permesso premio e di differimento della pena per motivi di salute.
Spera, arrestato nel 2001, è stato campo del mandamento di Belmonte Mezzagno. La Direzione nazionale antimafia, La Procura della Repubblica e la questura di Palermo hanno sempre dato parere negativo perché il detenuto viene ritenuto socialmente pericoloso e potrebbe riattivare i contatti con Cosa Nostra.
Il suo legale, l’avvocato Maurizio Di Marco, ha presentato diverse istanze per il fedelissimo di Bernardo Provenzano, responsabile delle stragi di mafia del ’92, arrestato nelle campagne di Mezzojuso dopo nove anni di latitanza.
I giudici hanno sempre ritenuto che può essere curato in carcere, sottolineando che Spera ha rifiutato “ulteriori accertamenti e trattamenti” sanitari. Era la spia della sua capacità di intendere e volere.
Di diverso avviso la difesa, secondo cui la documentazione clinica carceraria evidenzierebbe la mancanza della piena capacità di autodeterminazione, tanto che la stessa Procura di Milano aveva ritenuto necessario nominare un amministratore di sostegno quando in passato fu necessario autorizzare un intervento chirurgico salvavita.
Ora la nuova istanza della difesa una volta appresa la notizia del decesso della donna.
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09 Gennaio 2025, 17:03