24 Maggio 2013, 07:30
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CATANIA – A capo della lista “La direzione giusta” e sostenuto da Pd e Megafono, Luciano Mirone, giornalista e scrittore, sfida gli altri sei candidati alla poltrona di sindaco del suo paese, Belpasso, ma confessa “non riporrò la biro nel cassetto”. La sua scesa in campo è da lui stesso definita una dura battaglia al sistema, “sono orgoglioso della forte rischiesta trasversale partita da tutta la società civile belpassesse pronta a sostenermi – commenta a LiveSiciliaCatania – mondo laico e cattolico, nessun colore politico, la mia volontà è di andare oltre “la destra” e “la sinistra”, sarò il sindaco di tutti”.
Luciano Mirone, 52 anni, non parla mai al singolare “non esiste il “mio”, ma il “nostro”, in questi anni abbiamo assistito allo scempio ed è doveroso rimettere le persone giuste al posto giusto, la gente dimostrerà di essere più forte degli apparati”. Mirone, che non è nuovo alla politica avendo vestito vent’anni fa i panni di consigliere comunale, alla domanda come è cambiata Belpasso in questi due decenni risponde: “sono cambiati i giovani, oggi molto più istruiti e con la voglia di fare e cambiare le cose. Tuttavia, purtroppo, non è cambiata a Belpasso l’abitudine di votare il parente, tosto che l’amico, a discapito della società stessa”.
Di cosa ha bisogno quindi oggi Belpasso? “Sicuramente – continua Mirone – di valori come la legalità e la trasparenza. Il mio progetto punta essenzialmente allo sviluppo del territorio valorizzando i prodotti tipici, istituendo la cultura del teatro, organizzando concerti e mercatini, creando piccoli musei come quello all’ aperto della pietra lavica, Belpasso sarà la città dei bambini, dei ragazzi e delle donne”.
Un altro interessante punto nel programma firmato da Luciano Mirone, la volontà dei consiglieri di decurtare dai propri stipendi l’utile da investire a favore di nuove aziende. Ma ecco che alla richiesta di elencare due pecche della vecchia amministrazione con tono ironico Mirone replica “soltanto due?”. Secondo lo scrittore infatti tanti gli errori, che etichetta come “errori-orrori”, dal clientelismo alla devastante cementificazione del territorio per arrivare alla distruzione delle aree verdi agricole. “Proporrò – conclude – lo sviluppo ecosostenibile dei territori belpassessi, affinché si possa trovare un punto di equilibrio tra cemento e natura. Tolleranza zero all’ abusivismo, senza però buttare in strada chi, purtroppo, a causa della mala gestione, ha fino ad oggi vissuto in strutture abusive, e a Belpasso ce ne sono tante, la mia idea di legalità ha il volto umano”.
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24 Maggio 2013, 07:30