Taormina, Ben Harper live: voce che sa di immortalità - Live Sicilia

Ben Harper a Taormina: voce e live che sanno di immortalità

Una serata evocativa: dall’avvio a cappella di Below Sea Level e sino a When She Believes, è un crescendo inarrestabile VIDEO

TAORMINA. Sta per finire tutto quando dal punto più alto della cavea del Teatro greco, si leva un “Ben, When she believes”.
Una preghiera sentita, più che una richiesta da juke box. In due ore nelle quali si sono alternate magia ed una immancabile generosità, la sacralità del momento non viene spezzata e senza scomporsi più di tanto sul palco “viene chiamata” una fisarmonica: e via, a chiudere, con When she believes con tanto di necessaria e sentita standing ovation.

E’ un Ben Harper in forma smagliante quello che visto ieri sera in quel di Taormina. Elegante nell’autentico senso del termine con tanto di giacca che lui stesso tiene a chiarire “Oh, it’s made in Italy” e presenza scenica impressionante.
Un concerto che avrebbe dovuto tenersi nel 2020 ma rinviato prima per via del Covid e lo scorso anno a causa della scomparsa inattesa e prematura del bassista Juan Nelson: “L’uomo migliore che abbia mai conosciuto”, lo ha ricordato lo stesso Harper.
E sebbene anche in questo tour gli Innocent Criminal diventino il supporto perfetto alla voce viscerale di Ben Harper (mamma mia l’energia di Leon Mobley alle percussioni: “I meet him in the middle of the street in Los Angeles in 1993″), la mancanza di Nelson non puoi non avvertirla. E la avverti in quella profondità che respirava di mistico nella stesura e nella rappresentazione live di brani che dal 1994 caratterizzava il connubio Harper-Nelson.

Ma lo show di Taormina è di quelli evocativi. Dall’avvio a cappella di Below Sea Level e sino alla già citata When She Believes, sarà un crescendo.
Don’t give up on me now, Jah work, Faded, Happy in the sun, la pietra miliare Diamond on the inside con una menzione d’eccezione per Waiting on an angel: che sia lap steel o full band, lo show procede senza prendere respiro travolgendo sentimenti e stati d’animo.
Blues, rock, reggae, folk: la verità è non puoi etichettare le note di Ben Harper. Semplicemente perchè si respira il mondo, si scandisce l’intercedere di generazioni di figli e padri; di amori e di disillusioni.

Si torna a casa e tra video da conservare gelosamente sul telefonino ed una cornice taorminese come sempre mozzafiato, la certezza di avere assistito a qualcosa di molto vicino all’immortalità.


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