Megafono: “Ok pace Crocetta-Pd | ma il gruppo resta in piedi”

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09 Ottobre 2013, 12:49

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PALERMO – Il gruppo parlamentare del Megafono non si scioglie, anzi: resta saldamente in piedi anche dopo l’abbandono del presidente della Regione Rosario Crocetta, che da ieri ha aderito al gruppo del Partito democratico all’Assemblea regionale. “Una scelta comprensibile e giusta – dicono i cinque deputati del movimento del governatore rimasti a far parte del gruppo – che speriamo sia servita a mettere pace tra il Pd e Crocetta, ma che non può e non deve incidere sulle dinamiche interne al Movimento”. Insomma, va bene chiedere al presidente della Regione, che è anche uno dei dirigenti dei democratici, di iscriversi al gruppo parlamentare del suo partito, ma chiedere anche lo scioglimento del Megafono è “assurdo” e “ci lascia del tutto indifferenti”, afferma il deputato Antonio Malafarina.

“Che ben venga la pace tra il presidente e il Pd e anche l’adesione di Crocetta al Pd. Noi rimaniamo un gruppo parlamentare, nessuno ci può chiedere di scioglierci, rimarremo a sostegno del nostro presidente che resta comunque Rosario Crocetta”, spiega il capogruppo Giovanni Di Giacinto.

“Nessuno – dicono in coro i parlamentari del movimento di Crocetta – può decidere delle idee altrui, il Megafono non appartiene solo al governatore”. E d’altro canto, come afferma Nello Dipasquale “noi non siamo esponenti del Pd e non lo saremo mai, anzi: lo diffidiamo. Il Megafono non appartiene ai dirigenti democratici, è un movimento nato a sostegno di Crocetta ma che ha raccolto un largo consenso e in cui i cittadini si riconosco”. Nessuno, quindi, “si permetta di mettere bocca nelle vicende del Megafono”. Che, assicurano i suoi rappresentanti all’Ars, rimane a sostegno di Crocetta, anche adesso che il presidente siciliano non è più il suo maggiore esponente.

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I parlamentari, anzi, raccontano di un rapporto privilegiato con il governatore che tale rimarrà, a dispetto della crisi di governo e della richiesta di “poltrone” avanzata dagli altri partiti. “Non vogliamo posizioni in giunta – assicura il capogruppo Giovanni Di Giacinto – , facciamo quello che serve ai siciliani e smettiamola di discutere del nulla”. Il Megafono, insomma, si accoda all’Udc: il rimpasto a loro non interessa. Tanto che gli esponenti del movimento di Crocetta dichiarano che non pretenderanno ‘poltrone’ nemmeno se il “rafforzamento politico della giunta” (per usare il termine che i protagonisti dello scontro con il presidente gradiscono di più) si farà.

Il Megafono “pensa alle leggi”, e per questo chiede al Partito democratico una tregua: “Basta parlare di rimpasto, ora si pensi alla Sicilia”. Dal canto loro, hanno già cominciato a farlo. Oggi, infatti, il deputati del movimento di Crocetta hanno presentato un disegno di legge sulla semplificazione amministrativa, articolato su alcuni punti fondamentali per la “sburocratizzazione” della macchina regionale. Un testo che prevede, sostanzialmente, la “pubblicità e certezza dei regolamenti, semplificando anche le conferenze di servizio e rendendo agevoli ai cittadini e alle imprese gli adempimenti”, il “divieto di emanazione e interpretazione dei regolamenti ad opera di articolazioni periferiche”, l’introduzione della “responsabilità diretta del capoufficio”, per evitare che le deleghe ai singoli funzionari costituiscano alibi per i ritardi, la “trasparenza, rotazione e numero limitato di incarichi ai liberi professionisti” con il divieto di affidamento a parenti fino al secondo grado  di titolari di funzioni pubbliche, un sistema di controlli per la verifica periodica della legittimità dell’azione amministrativa e, infine, l’obbligo per i comuni di dotarsi di regolamenti comunali e prevedere un piano per il decoro urbano . “Abbiamo presentato una proposta di legge che, per la prima volta, deburocratizza la pubblica amministrazione in Sicilia a costo
zero – dice il deputato Nino Oddo -. Puntiamo a rimuovere le resistenze dell’apparato burocratico regionale rispetto ai processi di snellimento e velocizzazione dell’iter amministrativo. Vogliamo abolire i poteri di veto che spesso gli alti funzionari in Sicilia si sono attribuiti in modo abusivo”.

Il ddl prevede, fra le varie norme, anche lo snellimento delle pratiche di sanatoria edilizia giacenti negli uffici dei comuni siciliani. “Abbiamo fatto una stima – ha detto il capogruppo del Megafono Giovanni Di Giacinto – sono circa 250 mila pratiche che, se esitate, alleggerirebbero il carico di lavoro degli uffici pubblici e permetterebbero ai comuni di incassare gli oneri di urbanizzazione”. Le pratiche verrebbero esitate attraverso la presentazione di una perizia giurata da parte degli interessati. “Ma ci teniamo a sottolineare – ha concluso Di Giacinto – che ci riferiamo solo alle pratiche già avviate, non vogliamo dar vita ad una nuova sanatoria”.

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09 Ottobre 2013, 12:49

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