“Bene la riduzione dei deputati” | Ma la notizia è vecchia di mesi

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26 Giugno 2013, 16:09

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PALERMO – “Apprezzo lo spirito del collega Figuccia, ma vorrei fargli notare che la riduzione dei deputati regionali è stata approvata già nella scorsa legislatura”. Il presidente della Commissione affari istituzionali Marco Forzese sceglie una strada a metà tra l’ironia e l’ufficialità. Già, perché la notizia dell’approvazione in prima Commissione della norma che modificherà alcuni aspetto della legge elettorale siciliana, ha suscitato qualche malinteso. Qualche “equivoco”.

Il disegno di legge in questione, di fatto, abolisce il cosiddetto “listino” (la lista di deputati collegati al presidente eletto, che diventano deputati ‘di diritto’, a prescindere dalle preferenze ottenute). E, tra le altre cose, fissa le regole in caso delle dimissioni del “primo dei non eletti” alla carica di presidente della Regione. Una eventualità presentatasi in occasione, ad esempio, della scorsa legislatura quando Anna Finocchiaro, giunta alle spalle di Lombardo, poi si dimise per scegliere il Senato, lasciando qualche dubbio su chi dovesse sostituirla. La prima Commissione ha precisato: in quel caso sarà il candidato che otterrà il maggior numero di voti nella liste della minoranza. Il ddl, poi, recepisce la recente riduzione del numero dei deputati regionali approvata proprio a Montecitorio il 3 ottobre scorso. Un “taglio” che porterà il numero complessivo dei deputati di Sala d’Ercole da 90 a 70. Ma solo dalla prossima legislatura.

Eppure, oggi a qualche deputato quella notizia sarà suonata come una novità. Commentando l’approvazione del ddl approvato in Commissione, infatti, Vincenzo Figuccia, vicepresidente del gruppo del Partito dei Siciliani, ha commentato: “In questo momento di forte scollamento fra elettori ed eletti, testimoniato dal crollo dell’affluenza alle urne, la riduzione del numero dei parlamentari è un importante segnale di volontà di contenimento dei costi della politica”. Ma Figuccia è in ottima compagnia. A esprimere la propria soddisfazione, con quasi un anno di ritardo, infatti, è persino il capogruppo del Pdl Nino D’Asero* che “dopo la decisione della Prima commissione legislativa sulla riduzione del novero dei deputati regionali, da 90 a 70”, dichiara: “Si tratta di un segnale sicuramente positivo, nell’ottica della riduzione dei costi della politica e, conseguenzialmente, un ottimo viatico all’auspicato nuovo patto di pace tra istituzioni e politici da una parte e cittadini dall’altra”. Il patto di pace sarà pure nuovo, ma la notizia, in realtà è vecchia.

La vera novità portata in dote dal ddl esitato dalla prima commissione, semmai, è l’abolizione del cosiddetto “listino”: l’elenco di aspiranti deputati selezionati dai candidati alla Presidenza della Regione, eletti in caso della vittoria di quel candidato. “In parlamento regionale – commenta il presidente della Commissione affari istituzionali Marco Forzese – si potrà arrivare solo con il sistema del suffragio universale e della preferenza. La norma è pronta per l’esame dell’Aula e sono certo che il presidente Ardizzone la possa calendarizzare già per i prossimi giorni. Nel ddl esitato oggi abbiamo disciplinato anche – aggiunge – la materia del seggio assegnato al candidato presidente arrivato secondo. In questo caso, l’ipotesi di vacanza del seggio verrà risolta con l’assegnazione al candidato più votato, in ambito regionale, tra liste che compongono la minoranza. Leggo – prosegue – di riduzione del numero dei deputati, ma tutti sanno che questa non è materia nostra tant’è che la fissazione a 70 dei parlamentari è già legge costituzionale da mesi”. Ma a distanza di mesi, fa ancora felice qualche deputato.

*La precisazione di Nino D’Asero: “E’ evidente che la mia dichiarazione e la mia soddisfazione di ieri sui lavori della Prima commissione fossero relative esclusivamente alla abolizione del listino per le prossime elezioni regionali”. Il capogruppo del Pdl fa riferimento al comunicato stampa di ieri col quale esprimeva, erroneamente, un plauso per la riduzione del numero dei deputati all’Ars. Un errore del quale si è assunto la responsabilità l’addetto stampa.

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26 Giugno 2013, 16:09

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