Beni confiscati, il legale di Licata: | “Attività trasparente”

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30 Settembre 2015, 21:08

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PALERMO – “Nel corso del suo servizio il dottor Fabio Licata non ha ma nominato quale amministratore, consulente o ausiliario, né tantomeno liquidato compensi o parcelle ad alcun suo parente o a persona a lui legata da rapporti d’intimità, professionali o economici”. E’ quanto si legge in una nota dell’avvocato Marco Manno, che difende il giudice in servizio, fino a qualche giorno fa, alla Sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo. Il legale sottolinea che l’attività del magistrato, anche lui sottoposto a indagine dalla procura di Caltanissetta nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione dei beni sequestrati alla mafia, “si è sempre svolta nel più rigoroso rispetto della legge. Anche la nomina dell’ingegner Caramma (marito di Silvana Saguto, che presiedeva la sezione, ndr) da parte dell’amministratore giudiziario, è avvenuta nel 2007, ovvero prima che Licata arrivasse alla Sezione misure di prevenzione; così come l’adeguamento del compenso è stato deciso dall’amministratore giudiziario a seguito della modifica delle mansioni assegnate al suo collaboratore, essendosi il dottor Licata limitato a prendere atto di ciò, riconoscendo quale atto di ordinaria amministrazione”. “Il giudice – conclude l’avvocato – esprime piena fiducia nell’operato dell’autorità giudiziaria di Caltanissetta e ribadisce di essere a completa disposizione dei magistrati, confidando in una rapida definizione della vicenda”.

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30 Settembre 2015, 21:08

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