Beni confiscati, fatture ai raggi X | Virga: corsa per la successione - Live Sicilia

Beni confiscati, fatture ai raggi X | Virga: corsa per la successione

Il materiale sequestrato nei locali della concessionaria Nuova Sport Car con sede a Isola delle Femmine è la spia di quanto ampia sia l'inchiesta della Procura di Caltanissetta. Decine le domande per fare parte dell'albo dei nuovi amministratori giudiziari.

PALERMO – Centoquarantadue fatture nella sola Nuova Sport Car. Il materiale sequestrato nei locali della concessionaria di automobili con sede a Isola delle Femmine è la spia di quanto ampia sia l’inchiesta della Procura di Caltanissetta.

Di fatto si tratta dell’unica amministrazione giudiziaria non targata Gaetano Cappellano Seminara di cui c’è la certezza che sia finita sotto inchiesta. Nel caso di Cappellano Seminara, il più noto tra gli amministratori, sappiamo che si indaga sulle consulenze assegnate all’ingegnere Lorenzo Caramma, marito di Silvana Saguto, l’ex presidente della Sezione misure di prevenzione travolta dallo scandalo. Gli incarichi nell’ambito dei quali Caramma è stato chiamato come consulente sono stati assegnati a Cappellano Seminara dai Tribunali di Palermo, Agrigento e Trapani. Riguardano il sequestro di beni delle seguenti imprese: Orima snc, ditta individuale Buttitta Giuseppe, ditta individuale Buttitta Salvatore, Cava Consona srl, Cava Giardinello srl, Sar di Cassetta Maria Epifania, ditta individuale Finocchio Gaspare, Calcestruzzi spa, Metallurgica Di Gioia, Sud Cementi srl, ditta individuale Frangiamore Vincenzo, Cogeta, ditta individuale Palmeri Rocco.

È solo l’inizio, però, visto che a Caltanissetta di esposti contro gli amministratori giudiziari ne sono arrivati parecchi. E sono pure arrivate le carte trasmesse da Palermo che riguardavano un procedimento a carico di Virga per falso e peculato. Dal procedimento è nata l’inchiesta sulla gestione dei beni confiscati che ha portato i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria dentro la Nuova Sport Car. Si sono portati via, oltre a computer e telefonini, anche la documentazione che riguarda la vendita di alcune macchine.

E poi ci sono le 142 fatture che riguardano i compensi dell’amministratore Walter Virga, dei consiglieri di amministrazione che ha voluto accanto a sé – Alessio Cordova e Dario Majuri – e di Giuseppe Rizzo, responsabile della concessionaria. Virga ha emesso una serie di fatture, con cadenza mensile, ciascuna da 6.680 euro; Majuri per 4.542 euro; Cordova per cifre comprese fra 5 mila e 6.547 euro. Ci sono poi le fatture intestate a Rizzo – circa 5.300 euro al mese – e quelle pagate ad Alessandro Kallinen Garipoli, pure lui indagato, che era coadiutore di Virga nella gestione della catena dei negozi Bagagli, il primo sequestro affidato dalla Saguto al giovane avvocato. Nel caso di Kallinen gli importi variano da mille a 2.483 euro. Ci sono poi decine di fatture emesse da un’impresa di impianti che ha eseguito una ventina di interventi per conto della Nuova Sport Car nel periodo compreso fra agosto 2014 a febbraio 2015 per un mino di 79 euro ed un massimo di 16 mila.

Tutti pagamenti leciti fino a prova contraria – finora si tratta solo di ipotesi di reato – ma l’amministrazione giudiziaria della società viene passata al setaccio. Un’amministrazione giunta al capolinea. Virga ha lasciato il mandato, anticipando le mosse della sezione Misure di prevenzione. Il neo presidente Mario Fontana non ha ancora individuato il successore sulla base di quei criteri di “prudenza, stima, professionalità e trasparenza” che dovranno caratterizzare il lavoro presente e futuro.

Non si è ancora capito se il nuovo o i nuovi amministratori dei beni sequestrarti per mafia agli imprenditori Rappa sarà o meno scelto dall’albo che Fontana stilerà d’intesa con il presidente del Tribunale, Salvatore Di Vitale, dopo avere analizzato le domande. Ne sono già pervenute a decine all’indirizzo misurediprevenzione.tribunale.palermo@giustiziacert.it. In tanti si candidano a diventare amministratori giudiziari. Una curiosità, tra le prime e mail inviate c’è quella di Gianluca Maria Calì, titolare di una concessionari di macchine ad Altavilla Milicia a cui qualche tempo fa, al culmine di una serie di minacce, bruciarono diverse auto. Calì è disposto a lavorare a titolo gratuito in una prima fase e a rinunciare alle sue partecipazioni societarie nella sua concessionaria qualora venisse nominato. Poi, si fisseranno degli obiettivi che legherebbero il suo compenso al numero di auto vendute.


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