08 Giugno 2020, 15:38
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PALERMO- Quella di Beppe, uomo del treno, e delle stazioni di amore che lo circondano, è una bella storia italiana. Una storia, forse normale, sicuramente speciale, di ricongiungimenti che si avverano dopo mesi di lontananza, lungo quel binario che lega i nonni e i nipoti. Tutti i bambini hanno fisicamente bisogno di coloro che impararono a fare i genitori con papà o con mamma. I nonni hanno sofferto per il distacco.
La vicenda di Beppe l’ha tratteggiata il senatore Davide Faraone, con un post su Facebook: “Beppe è un macchinista ferroviere. Un mio grande amico. In pensione da un anno. Mi ha inviato una foto, questa foto (che pubblichiamo, ndr). C’è Manuela, infermiera professionale del reparto di rianimazione Covid dell’ospedale di Genova. La moglie di suo figlio Francesco, ingegnere in Fincantieri, la mamma della sua nipotina che dal 15 marzo al 3 giugno spesso si è addormentata senza di lei. Manuela festeggia con i colleghi la chiusura del reparto Covid. Beppe ha il cuore a mille. Ehi Beppe, l’orologio della stazione segna un tempo bellissimo. Da Genova a Palermo è un soffio. È il tempo, benedetto, che finalmente ti farà riabbracciare tua nipote”.
Viene la curiosità di saperne di più. Beppe aggiunge il resto al telefono: “Il post di Davide mi ha emozionato e l’ho ringraziato. Sì, mio figlio Francesco e mia nuora Manuela vivono a Genova. Lei era impegnata nel reparto Coronavirus. Una trincea. Chi sottovaluta, chi non sa, chi agita polemiche inutili non conosce davvero quanto dolore e quanto impegno si sono intrecciati nelle corsie. All’inizio di marzo, poco prima del lockdown, siamo stati l’ultima volta a Genova, quando ancora il flagello doveva manifestarsi in tutta la sua tremenda realtà. Torniamo a Palermo e riceviamo la telefonata di mio figlio: ‘Manuela è stata a contatto con un paziente positivo’. Un fulmine a ciel sereno. Il tampone, alla fine, è risultato negativo. Ma noi abbiamo vissuto momenti tremendi con il cuore in gola. Abbiamo avvertito chi era necessario avvertire e ci siamo messi in quarantena. Nessun tampone per noi, niente di niente. Però, anche alla fine del periodo prescritto, non è stato possibile ‘salire’ dalla nostra nipotina. E questa circostanza ci ha riempito di dolore, come sarà capitato a tanti”.
Una storia normale, di nonni e nipoti separati dalla necessità. Una storia speciale. Intanto, i morti si moltiplicavano come i contagi. Ma anche quell’affetto momentaneamente sottratto alle carezze merita di finire nella pagina di un tempo difficilissimo.
Beppe un po’ si commuove: “La sera ci sentivamo per telefono o via skype e mi sono inventato una favola nuova o un indovinello diverso. Eravamo abituati a incontrarci ogni due settimane”. Adesso, il conto alla rovescia è terminato.
Beppe e sua moglie Alessandra riabbracceranno la nipotina domenica prossima, quando, con un’auto noleggiata – “gli aerei costano troppo, la nave e il treno ci sembrano non ancora prudenti” – andranno a Genova.
C’è una foto che raffigura la speranza di tutti coloro che non si sono persi e che vogliono continuare volersi bene in questa incerta alba italiana. Stazione dopo stazione. Lacrime dopo lacrime. E così sia.
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08 Giugno 2020, 15:38