Berlusconi e il racconto degli amici siciliani: "Cosa sta facendo"

Berlusconi e il racconto degli amici siciliani: “Ecco cosa sta facendo”

"Vuole solo stare al centro della scena e ha il complesso della Meloni".

Ma chi è, adesso, Silvio Berlusconi? Somiglia al se stesso di una volta, in spavalderia e sicumera? Oppure sta cedendo all’inesorabile erosione del tempo che passa e solletica la vanità di ieri con la consapevolezza di non essere più giovani? Chi è l’uomo che sbatte la penna in faccia a Ignazio La Russa, che manda in fibrillazione Giorgia Meloni, di cui si parla a proposito dei suoi rapporti con ‘l’amico Putin’, mentre l’invasione dell’Ucraina provoca lutti e stragi di innocenti? Chi è questo Berlusconi attempato, fissato in archetipo dai miracoli presumibili dell’estetica che – ahinoi – ha soltanto il potere di smussare, in superficie, le forbici crudeli degli anni?

Lo abbiamo chiesto a due ‘ragazzi’ siciliani che lo conoscono bene, che erano con lui, al suo fianco, nei giorni ruggenti: due dioscuri della Palermo da bere, incenerita dalla sua stessa illusione. E che preferiscono la coperta di Linus della discrezione, “perché, sai, il momento è delicato”. Ma le parole che si leggono sono le stesse che hanno versato sulla storia, come da una bottiglia già sul finire, odorosa, comunque, di malinconia.

“Silvio fa quello che ha sempre fatto – dice il primo -, ovvero: si prende la scena. Lui è un guascone, uno che mescola cose che sono verità e altre che lo sono un po’ meno. Va in una direzione e poi all’opposto, quasi come Miccichè, è una strategia”. Segue una precisazione per sotterrare l’ardire del paragone: “Nel senso, ovviamente, che è Gianfranco che ha preso da Silvio. Non il contrario…”.

Il secondo incalza: “Mi pare che l’età sia un fattore importante per tutti. Credo che Berlusconi soffra per la perdita del potere, è intelligente e sa che è fatale che sia così. E credo pure che la sofferenza sia aumentata dal vedere una giovane donna di destra, capace e sul pezzo, al centro del gioco. Lì dove lui non può più stare. Ha il complesso della Meloni, per questo si fa notare, ma penso che lo faccia nel modo sbagliato”.

Cose un po’ così che, però, hanno ancora la forza di terremotare il contesto, anche in Sicilia. Infatti, il presidente Schifani si affanna per evitare il crollo della baracca governativa, prima ancora che sia costruita: “C’è stato un momento nel quale la Sicilia ha rischiato di ‘ereditare’ le contrapposizioni romane”. E, sul foglio incriminato e fotografato: “Conoscendo Berlusconi, ma è una mia interpretazione, credo che quel foglietto fosse probabilmente la sintesi di un dibattito cui ha preso parte. Mi è capitato spesso durante le colazioni di lavoro, si discuteva e Berlusconi amava annotare considerazioni di noi che stavamo al tavolo. Non penso sia stata una sua sintesi personale, non avrebbe senso”.

Cose così, tra la clessidra che smuove i granelli con il suo scorrere e inarrestabile e le ultime battaglie. E questo perennemente Berlusconi che non si arrende, che non molla e che non desidera che siano altri a scolpire il suo epitaffio politico: ‘Sic transit gloria Silvii’. (Roberto Puglisi)


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