23 Agosto 2017, 13:49
3 min di lettura
PALERMO – L’innamoramento c’è. E si vede. Un amore a prima vista quello di Silvio Berlusconi per Gaetano Armao. L’avvocato siciliano, portato nelle stanze forziste da Gianfranco Miccichè, ha fatto breccia nel cuore del Cavaliere. Che vede in Armao l’uomo giusto per queste Regionali. Berlusconi proverà in queste ore a convincere gli alleati Giorgia Meloni e Matteo Salvini, al momento posizionati sulla candidatura di Nello Musumeci. L’obiettivo dell’ex premier è quello di tenere unita la coalizione di centrodestra in vista delle prossime Politiche. Ma la sua preferenza per Armao è netta. Anche se nessuno può escludere che alla fine tra i due litiganti possa godere un ancora non identificato terzo.
Il Cav vede nell’amministrativista il profilo giusto per la competizione, un esponente della società civile con un profilo politico, che possa incarnare un rinnovamento liberale simile a quello interpretato in Spagna dai Ciudadanos. Ma il colpo di fulmine di Berlusconi per Armao è solo l’ultimo di un lungo elenco di innamoramenti politici. Non tutti durati a lungo.
Il più profondo, accecante e fulminante fu quello per l’allora giovanissimo Angelino Alfano. Il ragazzo di Sant’Angelo Muxaro bruciò un’affollata concorrenza entrando da subito nel cuore di Berlusconi, che lo volle prima ministro della Giustizia e poi segretario unico del Pdl, prima di frenarne la mirabolante ascesa con la celebre battuta sulla mancanza di quid.
Una lunga storia finita male quello con Alfano, almeno fino a ora. Perché certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano. Anche ad Arcore. Prendete Gianfranco Miccichè, ad esempio. Quasi un figlio per Berlusconi. Che non gli rifiutò l’abbraccio misericordioso quando come il figliol prodigo l’uomo del 61 a 0 tornò a casa, dopo l’esperienza del Pdl Sicilia e la rottura con il partito, che portò alla doppia candidatura delle scorse Regionali e alla vittoria del centrosinistra.
Altra cotta politica sicula degno di nota fu quella per Enzo Gibiino, il senatore con la Ferrari che Silvio volle coordinatore di Forza Italia nell’Isola. E che poi congedò per rimettere a capo della baracca lo stesso Miccichè. Piaceva tanto il catanese Gibiino al Cavaliere, così come tanto lo convinceva la giovane palermitana Gabriella Giammanco, deputata apprezzata dal Cav e nuova portavoce dei berlusconiani in Sicilia. Un amore politico, questo, che resiste.
Non sempre, insomma, i grandi innamoramenti di Silvio sono stati amorazzi di un’estate consumati nel tempo di un amen. Ma questi ultimi sono abbondanti e travalicano i confini dell’Isola. Basti pensare a Giampiero Samorì, l’avvocato e imprenditore modenese che lanciò persino un suo movimento paraforzista, il Mir, che anche in Sicilia tentò la via delle urne senza sfondare. O ancora a Stefano Parisi. Candidato sconfitto a Milano che per un breve periodo sembrò quasi in procinto di prendere in mano il centrodestra. Miccichè lo portò a Palermo in trionfo, pochi giorno dopo Berlusconi gli segò le gambe con un’intervista tranchant.
Ora tocca ad Armao e al suo progetto degli Indignati. Che il Cavaliere vede molto bene e considera esportabile a livello nazionale per portare quella ventata di aria nuova anche nell’immagine che Berlusconi brama per la sua Forza Italia. Una prospettiva che certo non fa fare i salti di gioia ai notabili del partito. Quanto durerà l’amore?
Pubblicato il
23 Agosto 2017, 13:49