Berlusconi, Salvini e Meloni |Scatta il “patto dell’arancino”

di

03 Novembre 2017, 03:50

1 min di lettura

CATANIA – Il patto dell’arancino – con la “o” finale e non la “a”, come dicono a Palermo – è stato siglato tra i big del centrodestra radunati da Silvio Berlusconi, non a caso, nella Trattoria “del Cavaliere”, storico locale inaugurato da Nello Musumeci nel 2001 nel cuore di Catania.

Un patto che segna, per il momento, almeno un punto certo all’interno della coalizione che sta sostenendo Nello Musumeci: “Arriviamo al 6 novembre”.

Può sembrare poco, ma non era affatto scontato che Matteo Salvini decidesse, intorno alla mezzanotte, di mollare i leghisti radunati alla “Sicilia in bocca”, altro ristorante di culto catanese, per andare a stringere la mano al Cavaliere.

Articoli Correlati

Insieme a lui Giorgia Meloni, Ignazio La Russa, Raffaele Stancanelli, ultimo sindaco del centrodestra a Catania, Nello Musumeci, Gianfranco Micciché e Vittorio Sgarbi.

Per allietare l’incontro tra i big, la trattoria del Cavaliere ha lavorato duro, di terra e di mare. Circa dieci specialità di cavallo e pistacchio, ma soprattutto un collaudato menù a base di pesce: antipasti misti con filetto di spatola, masculini “da magghia” marinati, tartare di tonno. E poi il piatto forte, quello che ha rischiato di soffiare, all’arancino, il nome del patto da siglare: trancio di cernia “all’acqua pazza”, il piatto preferito dal Cavaliere.

Si tratta di una cottura che sposa i pomodorini “siccagni” e sicilianissimi, con il pesce pregiato, tutto in mezzo all’acqua. Acqua pazza, appunto. Dopo una giornata di comizi contemporanei in piazze diverse, pare che Salvini e il Cavaliere, nell’omonima trattoria, abbiano trovato la pax. Attenzione, fino al 6 novembre. Poi nel centrodestra si tornerà a parlare di leadership e del candidato alla presidenza del Consiglio. La base è spaccata. Ci vuole un vincolo forte, al momento tutto è “all’acqua pazza”.

Pubblicato il

03 Novembre 2017, 03:50

Condividi sui social