07 Novembre 2016, 10:29
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PALERMO – “Il ‘no’ al referendum è un modo per far saltare l’Italicum, il resto sono chiacchiere. Su quel foglietto c’è scritto stai sereno, ma io voto no”. Cosi Pierluigi Bersani con i cronisti a Palermo, a margine di un dibattito sul referendum organizzato dal centro Pio La Torre. “Fuori fuori? I leopoldini possono risparmiarsi il fiato, vanno già fuori parte dei nostri. Io sto cercando di tenerli dentro, ma se segretario dice fuori fuori bisognerà rassegnarsi”, è poi il commento di Bersani ai cori di ieri alla Leopolda. “Ho provato una grande amarezza. Vedo un partito che sta camminando su due gambe, l’arroganza e la sudditanza. Cosi non si va da nessuna parte”.
“Un partito che è al governo e ha la maggioranza in Parlamento e pone la fiducia sull’Italicum non può certo cavarsela con un foglietto fumoso – ancora l’ex segretario, parlando dell’accordo sulla legge elettorale -. Penso che Renzi voglia tenersi mano libere, altrimenti ci sarebbe stato qualcosa di serio”. E infine: “Sul tema della costituzione non esiste una disciplina di partito. Il segretario deve dare indicazione poi ognuno sceglie con propria testa. Mi preoccupa l’incrocio tra il referendum e l’Italicum, con un ‘governo del capo’ e parte del Parlamento nominato. Non sto parlando di noccioline. Non posso tollerare questo rischio con conseguenze gravissime, mi spiace. “Cuperlo? Non do giudizi, è chiaro che la sua è una scelta personale e individuale”.
“Al congresso del Pd porro’ il problema della separazione della leadership del partito con la guida del governo – annuncia Bersani -. Nel Pd ci vuole libertà, autonomia, schiena dritta, pensiero, democrazia: non chi vuole arroganza e sudditanza. Mi impressiona che tutti gli altri stiano zitti. Questa storia che il Pd fa tutto da solo si sta dimostrando debole, abbiamo perso tutti i ballottaggi. Bisogna costruire un area ulivista di centrosinistra, il Pd deve essere una infrastruttura non può essere il pigliatutto con la logica del comando”. Rispondendo a Renzi secondo cui l’obiettivo di chi voterà ‘no’ al referendum è ritornare al governo, Pierluigi Bersani dice: “Io non voglio niente se non parlare, se questo è consentito”. “Scissione? Il partito è casa mia e non lo lascerò mai. E per cacciarmi non basta una Leopolda, ci vuole l’esercito”.
Bersani poi ricorda: “Mentre i leopoldini urlavano fuori fuori, a Monfalcone, da sempre carne nostra, abbiamo preso batosta storica dalla Lega perché molti dei nostri non hanno votato. Io non c’ho dormito, non so altri”. L’ex segretario torna poi sul voto del 4 dicembre: “È insopportabile per me sentire consiglieri di amministrazione di banche dire aspettiamo il 4 dicembre. Dicano la verità, dicano che è difficile trovare 5 miliardi per ricapitalizzare le banche”.
Sul profilo Facebook di Bersani, poi, compare questo messaggio: “Io dico ‘dentro, dentro’ ma se il segretario dice ‘fuori, fuori’ bisognerà anche rassegnarsi ad un certo punto”. Lo scrive l’ex segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, sulla sua pagina Facebook, con riferimento a quanto avvenuto ieri alla Leopolda.
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07 Novembre 2016, 10:29