04 Giugno 2014, 13:21
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CATANIA – Il seme della legalità. O meglio, la pianta della legalità. Questa mattina in via Giovanni Di Prima si è svolta un’iniziativa dalla chiara matrice simbolica: sono stati piantati 18 alberi dagli studenti degli istituti XX Settembre, Italo Calvino e Vittorino da Feltre. In questa città servono anche questi gesti che non sventrano le piaghe sociali ma che fanno fermare a riflettere. Iniziativa che coinvolge gli adolescenti, perché – usando le parole dell’Assessore al Decoro Urbano, Salvo Di Salvo – “I ragazzi sono il veicolo dei valori”.
“Il coinvolgimento dei ragazzi – ha detto, infatti, il sindaco Enzo Bianco – è essenziale perché quello che lanciamo oggi è un messaggio formativo. Un segnale di legalità – ha aggiunto – dato anche dal supporto delle associazioni antiracket. Questa iniziativa ha dunque tutti gli ingredienti per avere un grande valore emblematico. E il fatto che tutte le autorità siano qui oggi ne è la prova”.
Non mancava nessuno: il questore Longo, il comandante dell’Arma Casarsa, il comandante delle fiamme gialle Manna e il prefetto Maria Guia Federico. E il procuratore di Catania Giovanni Salvi che insieme al sindaco Enzo Bianco ha piantato uno dei 18 alberi donati dall’associazione antiracket e antiusura ”Ugo Alfino” di Confcommercio. I ragazzi, poi, uno alla volta hanno ricoperto di terra con un zappa le radici per permettere a queste piante di crescere rigogliose. Ai rami è stato appeso un cartellino firmato dal sindaco e dal presidente dell’associazione antiracket: ancora simboli.
E di concreto? Bianco è stato chiaro, ha ribadito i progetti di trasformazione di San Berillo annunciati nell’ultimo sopralluogo con l’obiettivo di farlo rientrare in un percorso turistico crocieristico dotato anche di un sistema di videosorveglianza “per prevenire gli scippi – ha detto il sindaco – ma come sappiamo a questa amministrazione mancano le risorse finanziare e quindi stiamo lavorando per coinvolgere imprenditori e privati in questo progetto di riqualificazione”.
San Berillo Vecchio ha un dna di storia difficile da dipanare e un’etichetta forte da estirpare, Bianco però è ottimista: “Questo è un luogo simbolo: Catania di fronte a un bivio. Questo è un quartiere che può emanciparsi, può diventare uno dei segni di riscossa della città. Ha tutte le carte in regola per esserlo”.
Nello scorcio di Catania che apre alla zona “rossa” di San Berillo Vecchio tra i trans, i migranti, le prostitute. Oggi si è piantato un seme che vorrebbe aprire ad una nuova epoca per questo quartiere diventato “ghetto” con l’applicazione della legge Merlin e che aspetta di ritrovare una nuova faccia. Quel progetto conosciuto come Corso dei Martiri che è impantanato su un cassetto e che è diventato un plastico messo in bella mostra per qualche mese dall’ex sindaco di Catania Raffaele Stancanelli. Quel progetto di Cucinella però non è stato condiviso dalla nuova amministrazione e Bianco, oggi, ai cittadini che aspettano da decenni dice che “nulla è fermo. Che si lavora con l’obiettivo di trovare un equilibrio, perché non si possono creare solo colate di cemento – afferma – ma servono anche spazi verdi e angoli di socialità”.
Insomma, per la nuova “faccia” di San Berillo serve ancora stare seduti “in sala d’attesa”. Intanto però da oggi ci sono degli alberi che parlano di “legalità condivisa”, e chissà che quei cartelli firmati dai bambini possano almeno servire a scuotere qualche mente. Qualcuno, magari, arrivato in macchina per un obiettivo, gettando un occhio a quelle piante, metterà il piede sull’acceleratore e cambierà programma. In fondo “è dalle piccole cose che nascono le grandi imprese”.
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04 Giugno 2014, 13:21