Bianco incandidabile, il giorno dopo: "Rabbia, dolore e orgoglio"

Bianco incandidabile, il giorno dopo: “Rabbia, dolore e orgoglio”

Interviene l'ex sindaco di Catania e si difende. Intanto il segretario regionale del Pd, Anthony Barbagallo, va giù duro: "Mai stai così distanti"

CATANIA. Una notte per meditare e decidere cosa dire. Enzo Bianco non ci sta a passare come il sindaco che ha lanciato Catania verso il dissesto. Parole che in un certo qual modo vanno in direzione opposta rispetto a quanto deciso dai giudici della Corte dei Conti, che hanno decretato l’incandidabilità per dieci anni dell’ex ministro dell’Interno. Eccolo: “Un misto di rabbia, di dolore e di orgoglio: ecco cosa provo dopo la sorprendente sentenza della Corte dei Conti. Fatico a trovare il modo di commentare quello che si è compiuto ieri a Palermo: chi ha causato realmente il dissesto, certificato già nel 2012 dal pre-dissesto, l’ha fatta franca”.

E ancora: “Chi invece ha lavorato per evitarlo, come ho fatto io e la mia giunta, viene invece punito. Insomma, è un incentivo serio per tutti gli amministratori locali a dichiarare il dissesto del proprio comune appena si trovano davanti il primo problema finanziario. Le accuse a me addebitate riguardano solo 3 voci sulle 800 (entrate e uscite) che compongono il bilancio del Comune. E tutte insieme rappresentano appena l’1,2% dell’ammontare complessivo. Ecco di cosa parliamo, è bene che si sappia”.

La difesa a oltranza


La difesa di Enzo Bianco: “Nessuno, neanche la Corte dei Conti, ha mai affermato che il dissesto è stato causato dall’azione della mia giunta. La sentenza riguarda il contrario: aver tentato di evitarlo. Ebbene, lo rifarei mille volte! Non dichiarerei il dissesto appena insediato, come avrei potuto realmente fare lavandomene le mani. Mille volte tenterei di evitare il fallimento finanziario della città. Mille volte rifarei gli atti e le azioni svolte per salvare Catania, la mia Catania, dal default che altri – magari chi adesso si permette pure di gongolare – hanno causato con un’infinità di omissioni, debiti fuori bilancio, clientele e sprechi. Tutti sprechi certificati ampiamente dai tribunali. Non a caso quando mi sono insediato nel 2013 Catania era già in predissesto, decretato dalla giunta Stancanelli per il disastro finanziario causato dalle giunte Scapagnini. Sono un uomo delle istituzioni e rispetterò sempre la Magistratura. Anche quando una piccolissima parte di essa compie una scelta clamorosamente sbagliata”.


“Tutti i vari pronunciamenti di questi anni hanno ridotto la pena e cancellato l’interdizione. Sorprende invece che, a due mesi dal voto amministrativo, quest’ultima sentenza si pone in evidente controtendenza. E priverà i catanesi di potersi esprimere sulla mia persona. È chiaro che io non mi arrenderò mai. A prescindere da quanto tempo ci vorrà, lavorerò con tutte le forze e in ogni grado di giudizio, per cancellare questo obbrobrio giuridico. La mia missione, da quando ho iniziato ad occuparmi di Catania diventando il più giovane Sindaco della sua storia, è stata di lavorare per lo sviluppo e il benessere di questa straordinaria città. E continuerò a farlo nel rispetto delle leggi e in ogni modo. Lo assicuro ai tantissimi che da ieri mi manifestano, in modo commovente, affetto e stima. E lo assicuro anche a chi mi stima meno”.

“La correttezza morale”

“Non ci sarà nessun atto che potrà scalfire, non solo la mia correttezza morale, ma anche un’entusiasmante stagione amministrativa. Nessun pronunciamento potrà cancellare l’Etna Valley, la metropolitana, i parchi, i caffè concerto, la Primavera di Catania e mille altre iniziative che hanno trasformato Catania. Oggi più che mai ne vado fiero e ne parlo a testa alta!”.

Le parole di fuoco di Anthony Barbagallo

“Le sentenze non si commentano, si eseguono. Nella mia storia politica non ho mai commentato una sentenza. Quanto a Bianco, la cronaca degli ultimi mesi e’ chiarissima: mai il Pd e Bianco sono stati cosi’ distanti”. A dirlo e’ il segretario regionale del Partito Democratico, Anthony Barbagallo, a margine della direzione regionale del Pd Sicilia in corso a Palermo.

Per il segretario dem, il pronunciamento della Corte dei Conti “non ci da’ un’ulteriore spinta – ha evidenziato -. Abbiamo sempre detto che costruivamo una coalizione che marcasse in maniera evidente l’alternativa rispetto alle logiche di potere che hanno contraddistinto la gestione a Catania negli ultimi anni. Non credo che servisse mettere fuori gioco qualcuno per dare piu’ forza al nostro progetto”, ha concluso.


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