Bilancio, "scongelati" 114 milioni| Il Pd: "Tagli a cultura e sociale" - Live Sicilia

Bilancio, “scongelati” 114 milioni| Il Pd: “Tagli a cultura e sociale”

Via libera in commissione all'Ars. I dem: "Musumeci chieda incontro a Conte". Il governo: "Altro che tagli...".

Un bel po’ di voci di bilancio rimpolpate ma per altre la dieta resta e bisogna ancora attendere. In commissione Bilancio all’Ars ieri il governo ha acquisito il parere favorevole sul ripristino di una serie di voci che erano state tagliate nell’attesa di ottenere dallo Stato il via libera sulla “spalmatura” del rientro dal deficit. Un passaggio che sblocca definitivamente le somme. E se la giunta guarda al bicchiere mezzo pieno, le opposizioni mettono in evidenza quello mezzo vuoto, cioè i settori che sono rimasti a bocca asciutta in questa operazione di ripristino. E il Pd dice a Musumeci di chiedere con urgenza un incontro al presidente del Consiglio.

Il primo ad attaccare il governo Musumeci era stato il dem Luca Sammartino: “In commissione Bilancio, il governo ha deciso di tagliare fondi, già irrisori, a teatri e trasporto pubblico, ma se lavorare, come sta facendo il governo, significa tagliare ancora allora meglio che vadano tutti in ferie”. Parole a cui ha replicato oggi l’assessore regionale Marco Falcone, bollandole come “fake news”: “Altro che tagli: il Governo Musumeci ha sbloccato la prima tranche da 117 milioni di euro di contributi che riguardano il trasporto pubblico locale e tutte le obbligazioni giuridicamente rilevanti, oltre che i teatri dell’Isola. A settembre sarà poi scongelato il resto delle somme, in questo momento accantonate in attesa che lo Stato sblocchi ulteriori 50 milioni di euro”.

Il capogruppo del Pd Giuseppe Lupo

Il capogruppo del Pd Giuseppe Lupo si sofferma proprio sulle voci “rimandate a settembre”. Le somme sbloccate, infatti, non sono sufficienti nemmeno per coprire le obbligazioni giuridìcamente vincolanti. Per questa categoria di spese – prioritarie secondo il disposto della norma contenuta nel collegato – servivano quasi 132 milioni e ce ne sono solo 114. Si è proceduto quindi a distribuire quanto era disponibile in proporzione. Restano fuori anche tutte le spese connesse ad attività di programmazione annuale di enti e istituzioni e le voci residue, in tutto una decina di milioni: quasi la metà fanno capo al Dipartimento Turismo, per esempio i due milioni per le attività sportive o i fondi per la Fondazione Orchestra Sinfonica, ma anche somme di altri dipartimenti come i fondi per l’Unione italiana ciechi. Tutti rimangono a bocca asciutta.

“Il governo non è stato neppure in grado di garantire la spesa ordinaria del bilancio regionale colpendo ancora una volta la cultura, il sociale, lo sport e i settori produttivi – attacca Lupo – . È una responsabilità che ricade sulla giunta Musumeci e sul governo giallo-verde che non sono stati in grado di sbloccare le somme necessarie. Il presidente della Regione chieda un incontro urgente al presidente del Consiglio Conte per scongelare le voci di bilancio”.

Dei 114 milioni di somme ripristinate con il collegato generale (su 141 milioni “congelati” in finanziaria), 64 milioni provengono dalla spalmatura del disavanzo regionale in quattro anni piuttosto che in tre come era previsto prima, altri 50 invece sono il risultato dell’accordo con Roma dello scorso 15 maggio. La parte più grossa delle somme ripristinate è destinata ai forestali, 46 milioni dei 53 che erano stati congelati. Poi 41 milioni per il trasporto pubblico locale (ma ne servivano 48), due milioni destinati agli enti per il diritto allo studio universitario, 1,8 ai malati di talassemia, 7,6 per i Pip (ma ne servirebbero 8,7), 7,3 ai consorzi di bonifica. Ci sono anche, tra l’altro, 250mila euro per l’Istituto incremento ippico di Catania e quasi due milioni per i teatri di Messina e Catania. A cui è andata meglio di altre istituzioni culturali, teatri inclusi, a cui tocca ancora aspettare tempi migliori.

L’assessore all’Economia Gaetano Armao ammette la difficoltà e spiega che il governo regionale si è mosso secondo il dettato della legge per come votata dall’Assemblea: “Il governo si sarebbe mosso sulle esigenze più immediate ma il Parlamento ha posto dei paletti che non consentono di fronteggiare prima esigenze immediate”. La norma infatti dà priorità alle obbligazioni giuridicamete vincolanti, mette in seconda fascia le somme necessarie al funzionamento degli enti, e in terza le altre voci residue. E così la giunta si è mossa. “Faccio l’esempio dello sport – dice Armao -, che in virtù delle scelte fatte in sede parlamentare, è stato messo in terza posizione rispetto ad altre spese. Abbiamo dovuto rispettare il dettato della legge così come l’Assemblea l’ha votata”.

 

 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI