23 Gennaio 2015, 16:55
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CATANIA – “U Sbalzu”. Questo il nome con cui viene identificato Nicola Mancuso, conosciuto dall’opinione pubblica come il sospettato numero 1 dell’omicidio di Valentina Salamone, alla sbarra nel processo che si celebra con il rito abbreviato scaturito dalla maxi inchiesta antidroga “Binario Morto”. Deve rispondere di traffico di cocaina ed eroina, insieme ad altri 18 imputati. La droga era venduta – secondo la tesi dell’accusa – tra i binari dismessi della ferrovia Fce di Adrano. Il pm Pasquale Pacifico nel corso dell’ultima udienza ha svolto la sua requisitoria e davanti al Gup Giuliana Sammartino ha ripercorso i tratti salienti dell’indagine che lo scorso anno fece scattare le manette a 27 persone, tra cui proprio Nicola Mancuso che insieme a Giovanni La Rosa sarebbe uno dei capi promotori dei due gruppi di trafficanti. Secondo la ricostruzione degli inquirenti Mancuso operava per conto dei Santangelo che “smerciavano” cocaina ed eroina, mentre il secondo sarebbe il referente della famiglia Rosano- Pipituni, che grazie ad un accordo potevano vendere “la polvere bianca”.
Per l’accusa gli imputati non hanno scampo: i video non lasciano dubbi. Le telecamere piazzate dagli agenti della polizia di Adrano alla stazione e in alcune zone della città registrano cosa succedeva nel 2012 nei pressi di quei “binari morti”. Le riprese mostrano le varie fasi dello spaccio, l’occultamento delle dosi, ma anche le azioni punitive a chi era sospettato di aver “rubato” qualche dose, quando invece lo stupefacente era stato trovato e sequestrato proprio dalla polizia.
E poi ci sono le intercettazioni ambientali che “inchiodano” gli indagati e soprattutto Nicola Mancuso nel suo ruolo di capo dello spaccio di cocaina. Era lui che dava le direttive e muoveva le file del gruppo. I soldi del traffico di droga serviva anche a “mantenere” i detenuti in carcere.
Non fa sconti il pm nelle richieste di pena. 18 anni di reclusione per Biagio Trovato, Nicola Mancuso, Angelo Pignataro, Giovanni La Rosa, 16 anni per Angelo Arena, Giuseppe La Manna, Valerio Rosano, 10 anni per Salvatore Ricca, Niccolò Giarrizzo, Agatino Sangrigoli, 9 anni e 4 mesi per Nino Longo, Salvatore Fiorenza, 5 anni e 20 mila euro di multa per Marco Ravità, 10 anni e 8 mesi per Angelo Lo Cicero, Salvatore Longo, 8 anni per Antonino Zammataro, Gaetano Zignale, Prospero Bua, 4 anni e 4 mesi e 20 mila euro di multa per Francesco Formica. Sono stati rinviati a giudizio e si procederà con il rito ordinario per Alessio Magra, Alfio Lo Curlo e Antonino Errigo. Hanno patteggiato la pena Pietro Santangelo, Dario Cantarella e Agatino Armenia.
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23 Gennaio 2015, 16:55