21 Giugno 2022, 17:36
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Al vertice della piramide della droga ad Agira, nell’Ennese, ci sarebbe stato Pietro Cuccia, pregiudicato noto anche con il soprannome di “zio Giulio”. Un trafficante che ad un certo punto, secondo gli investigatori, si sarebbe pure messo in testa di creare una specie di cartello della droga, assieme ai leonfortesi. Ad Agira, avrebbe avuto uomini di fiducia e piccoli spacciatori a disposizione. Per questo il pm della Dda di Caltanissetta Claudia Pasciuti ha chiesto il rinvio a giudizio di 11 persone, accusate a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al traffico di marijuana e cocaina, singole accuse di spaccio o ipotesi minori. Si chiude così, dunque, l’inchiesta “Lepus”, che portò lo scorso 3 febbraio a un’ordinanza al termine di una complessa indagine dei poliziotti del Commissariato di Leonforte e della Squadra Mobile di Enna. Contemporaneamente, sempre a Leonforte, scattò la parallela operazione “Icaro”, che coinvolse altri presunti trafficanti.
Il Gup di Caltanissetta Santi Bologna, il prossimo 5 luglio, dovrà decidere se rinviare a giudizio lo stesso Cuccia, 49 anni, che si trova tuttora in carcere a Siracusa e che è difeso dagli avvocati Orazio Spalletta e Sinuhe Curcuraci; il figlio ventenne, Rosario Cuccia; il cognato Massimiliano Di Franco, leonfortese di 37 anni; Tracy Akinsowa, ventiduenne di origine nigeriana residente ad Agira; Giuseppe Palmisano, 27 anni; Alessandro Scinardo Tabernacolo, 26 anni; e Angelo Suriano, 31 anni, tutti di Agira; i leonfortesi Giovanni Valenti, 35 anni; Salvatore Ilardi, trentacinquenne; e Salvatore Piccione di 25 anni; infine il catanese Michele Mannuccia. Su tutti e undici pende la richiesta di rinvio a giudizio. Gli altri imputati sono difesi dagli avvocati Johann Zoggeler, Vincenzo Franzone, Davide Carlo Schillaci, Salvatore Corso, Francesco Alberghina e Antonino La Delfa.
L’accusa di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio riguarda in tutto tre persone, ovvero i Cuccia e Di Franco. Per gli altri permangono solo le ipotesi di detenzione ai fini di spaccio o la cessione semplice di stupefacenti; o ipotesi minori. L’ordinanza Lepus, va evidenziato infine, non è ancora passata in giudicato in sede cautelare per tutti, poiché il prossimo 8 luglio si pronuncerà la Corte di Cassazione, dopo che il provvedimento del gip Graziella Luparello, salvo parziali annullamenti, era stato confermato dal collegio di sei giudici del Tribunale del Riesame nisseno.
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21 Giugno 2022, 17:36