28 Gennaio 2014, 06:03
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CATANIA – Social card intestate a tre dei quarantotto presunti spacciatori arrestati nel corso del blitz della Dda a San Cristoforo martedì scorso. E’ questo uno dei retroscena che emergono dopo l’esecuzione dell’ordinanza da parte della Squadra Mobile. Aiuti da parte delle istituzioni dunque per fare la spesa e pagare le bollette a chi – se le accuse fossero confermate – gestiva la piazza di spaccio di Via Colomba che – secondo le stime degli inquirenti – fruttava al giorno una media di 15 mila euro al giorno, con incassi annui a sei zeri. Numeri da capogiro se si pensa che non parliamo di cocaina ed eroina, ma di marijuana.
Il lavoro degli inquirenti dopo il blitz non si è fermato: durante le irruzioni a casa dei presunti spacciatori gli agenti hanno trovato denaro, orologi, auto e moto che è stato sequestrato in quanto ritenuto provento della vendita della marijuana. Il pm della Dda Pasquale Pacifico ha chiesto la convalida al giudice del sequestro preventivo del contante, dei cronografi, degli scooter e di alcune smart.
A destare particolare interesse agli investigatori sono tre “carte acquisti”, quelle rilasciate dall’assessorato comunale al servizio sociale per le famiglie meno abbienti, trovate nel corso delle perquisizioni dagli agenti della Mobile. Tre degli arrestati, è stato scoperto, usufruivano della “social card” del Comune istituita per supportare i soggetti che vivono in condizioni economiche al limite della povertà. I tre indagati, nullatenenti, sono Giovanni “u niuru” Crisafulli, Gaetano Monteforte e Mario Marghella. Il primo, va evidenziato, è indicato nell’ordinanza firmata dal Gip Daniela Monaco Crea come uno dei “promotori”, insieme ai fratelli, a capo dell’organizzazione criminale che gestiva la piazza di spaccio di Via Colomba.
Quasi tutti gli arrestati in corso di interrogatorio di garanzia con il Gip si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Tranne alcuni che hanno respinto ogni accusa affermando di conoscere alcuni degli indagati e di frequentare Via Colomba semplicemente perché vivono in quella zona. Due invece hanno ammesso di spacciare per conto del gruppo ma hanno precisato di ricevere come compenso, non 50 euro come emerge dall’ordinanza, ma 100 euro al giorno.
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28 Gennaio 2014, 06:03