Blitz della Finanza al Tupparello |La replica di Pennisi e Cocuzza

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19 Ottobre 2013, 10:00

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ACIREALE – La Guardia di Finanza al Pala Tupparello nella sede della società dilettantistica dell’Acireale Calcio. Le fiamme gialle, giovedì scorso, avrebbero acquisito i documenti contabili relativi agli anni 2011 – 2012. La società nel 2013 è stata rilevata da una nuova dirigenza, in particolare da Salvatore Palella. Sul blitz della finanza sono intervenuti attraverso una nota l’ avvocato Rosario Pennisi, già presidente della S.S.D. Acireale Calcio 1946, e Giuseppe Cocuzza, già amministratore della medesima società. “L’accesso compiuto dalla Guardia di Finanza su delega della Procura della Repubblica di Palermo,- scrivono – non ha nulla a che vedere con la gestione economica contabile della società degli anni 2011-2012 che, peraltro, era stata oggetto di approfonditi controlli della Guardia di Finanza effettuati dal marzo al settembre 2010 a seguito dei quali non è stata rilevata alcuna irregolarità. Non risponde al vero che tale accesso della Guardia di Finanza sia avvenuto a seguito di circostanziata denuncia dell’attuale proprietario-amministratore Salvatore Palella. Quest’ultimo, infatti, unitamente ai suoi avvocati e commercialisti è stato minuziosamente informato della situazione societaria al momento del passaggio delle quote ed ha sottoscritto in tal senso una apposita scrittura peraltro predisposta dai suoi stessi professionisti.

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Nessuna circostanziata denuncia avrebbe potuto fare e tantomeno alla delegante Procura della Repubblica di Palermo che non sarebbe stata, ovviamente, competente per territorio. Sinora siamo rimasti indifferenti dinanzi alla meschinità di critiche e diffamazioni ad opera di soggetti incompetenti e animati dal solo scopo di gettare fango e discredito sul nostro ineccepibile operato frutto di enormi sacrifici personali e patrimoniali sostenuti da autentica passione per ciò che pensavamo essere da tutti considerato un importante patrimonio della nostra Città. Oggi, con amarezza di fronte a tanta meschinità, siamo costretti a renderci conto che la Città non meritava tutto questo. Siamo stati utilizzati, sfruttati e abbandonati e, addirittura, praticamente “cacciati” per consentire ad altri, ritenuti patrimonialmente più attrezzati, di raggiungere traguardi a noi inibiti. Adesso – conclude la nota – ci si ritiene responsabili delle incapacità altrui”.

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19 Ottobre 2013, 10:00

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