15 Giugno 2020, 23:39
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CATANIA – Il Tribunale del Riesame di Catania ha annullato l’ordinanza nei confronti di Roberto Russo, arrestato nel blitz Jungo, in accoglimento del ricorso dei difensori, gli avvocati Michele Pansera e Salvatore Pappalardo. Leggendo le motivazioni, contestuali all’ordinanza, il collegio ha “ritenuto che l’identificazione di Roberto Russo nelle investigazioni non sia supportata da elementi univoci. Benché i riferimenti contenuti nelle intercettazioni – annotano i giudici – siano certamente suggestivi (il nome di battesimo, il luogo di abitazione e il settore di attività), essi non consentono – argomenta il Riesame – di affermare con la dovuta certezza che dell’odierno ricorrente si trattasse. L’ordinanza – conclude il Tribunale – deve essere pertanto annullata”. L’indagine dei carabinieri di Giarre ha riguardato il traffico di droga nella città etnea gestito dal clan Brunetto. Roberto Russo, che in passato è stato coinvolto nell’inchiesta Nuova Ionia su mafia e rifiuti, per la tesi accusatoria sarebbe invischiato in alcune compravendite di stupefacenti.
Esce dal carcere e va ai domiciliari, invece, Alessandro Longhitano. Il Tribunale del Riesame ha riformato in maniera parziale l’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla gip Giuseppina Montuori. “Il provvedimento che concede gli arresti domiciliari – commenta il difensore Salvo Epaminonda – esclude in motivazione la sussistenza della contestata aggravante a carico del Longhitano, cioè quella di aver favorito l’associazione a delinquere di stampo mafiosa della quale non farebbe parte. Lui ha un unico capo di accusa, un 73 aggravato. Escludendo la sussistenza dell’aggravante il Riesame ha disposto la scarcerazione e la misura semplice degli arresti domiciliari, cioè senza alcuna prescrizione accessoria”, conclude l’avvocato.
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15 Giugno 2020, 23:39