Blitz Koala, il cellulare in cella per dirigere il traffico di droga - Live Sicilia

Blitz Koala, il cellulare in cella per dirigere il traffico di droga

Gaetano Rizzo avrebbe gestito il gruppo dedito allo spaccio direttamente da dietro le sbarre.
LE INTERCETTAZIONI
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“Quell’handicappato che è da vent’anni che cammina con me…”. A parlare è Gaetano Rizzo, il capo-spaccio arrestato ieri nel blitz Koala dei Carabinieri che avrebbe diretto un gruppo dedito al traffico di stupefacenti da dietro le sbarre. Il ‘complimento sarcastico’ è diretto al suo “longevo partner in attività illecite” Nicola Crisafi. Quest’ultimo assieme alla compagna Lorena Livio avrebbe coadiuvato l’indagato nella gestione degli affari di droga. Di consueto le consegne avvenivano direttamente a domicilio utilizzando la Kia della donna. 

Inconfutabili alcune conversazioni captate dalle cimici piazzate in macchina. Crisafi si sarebbe lamentato dei turni un po’ troppo prolungati.

Nicola: Domani stacchiamo
Lorena: Di Sabato?… vai a cacare.. ieri sera fino alle nove… alle dieci meno un quarto, guarda
Nicola: sì ora mi metto uno a mezzanotte
Lorena: devo resistere… guarda: dieci meno venti “formaggio”, ventuno e mezza “giardiniere”… Uccio venti e trenta, questo numero ventuno e venticinque Salvo di Pedara anche…
Nicola: si, ora stiamo fino a mezzanotte?
Lorena: bestia, l’ultima chiamata alle dieci meno un quarto è.. Fino alle dieci devo stare..
Nicola: va bene, ti stai tu…

L’insistenza della donna a coprire il turno fino a tarda serata nasce dalle direttive date da Rizzo durante una telefonata con il cellulare (illegalmente detenuto in cella). E durante quella chiamata Livia è con Nicola. Il detenuto per paura di intercettazioni usa nomi in codice. E così parla di “pub” per riferirsi all’attività di spaccio. “Però il pub chiudilo verso le dieci la sera, che io esco fra un anno”. Allungare la fascia oraria – secondo il gip – avrebbe portato più guadagni utili anche a supportare la carcerazione del boss della droga. A proposito di soldi, Rizzo pressa anche la compagna per recuperare i debiti di un certo “Flavio” e le chiede: “Lo hai sentito?”. La risposta negativa provoca molto malumore: “Tu nella testa sa che sp… hai?”.

Gli ordini sono precisi anche su chi contattare per le forniture. Ma per chiarire questo aspetto è giusto fare un passo indietro. Il primo input investigativo dell’operazione arriva ai carabinieri dal ritrovamento di una serie di manoscritti e di appunti con nomi e numeri di telefono a casa di Gaetano Rizzo mentre era ai domiciliari, a marzo del 2021. I militari trovano in bagno all’interno della tasca dell’accappatoio anche una pietra di cocaina. Rizzo durante la perquisizione è con la sua compagna e il suo delfino.

Da quel libro mastro della droga gli investigatori identificano Daniele Zappalà (detto il Biondo), ritenuto il fornitore dei Rizzo-Boys. Ad aprile 2021 però ci sarebbe stato un cambio del grossista con Gioacchino Joy Strano e il padre Salvatore (titolare di un caf al Fortino). Un contatto che si crea durante la detenzione in carcere proprio con Strano jr. “Mi ha detto Gae.. – dice Lorena intercettata – tipo che prendevo i soldi, andavamo sempre da questo del patronato e ci abbassa il prezzo.. già ne ha parlato con Joy… suo figlio si chiama Joy”. 

Ma a un certo punto Rizzo vuole cambiare nuovamente fornitore. In particolare, a seguito di un accordo forse preso in carcere, ha concordato un acquisto da Pio Giuseppe Scardaci (da cui comprano 50 grammi di cocaina), ai domiciliari e sotto processo per appartenenza al clan dei Cursoti Milanesi (lo mette nero su bianco il gip nell’ordinanza). Questa direttiva provoca però degli attriti tra Rizzo e il duo Livio-Crisafi che si rifiutano di fare un secondo rifornimento da Scardaci. Il capo-detenuto telefona ed esplode la rabbia: “Sì, io dico, ma perché vi mettete in mezzo voialtri senza dirmi niente… Se io ti dico una cosa devi fare come ti dico io… fate quello che sp… volete voialtri.. va ziccu i scappi do’ culu…”. La donna si difende: “No, dal Patronato già è tutta diversa la cosa, viene incontro, alle due e mezza…”. Per la compagna andare da Scardaci, sottoposto ai domiciliari, ci sarebbero stati troppi rischi. Certo non sa di essere già nei guai. 

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