PALERMO – Il più sentito compiacimento per l’imponente blitz antimafia condotto oggi a Palermo, che ha portato all’esecuzione di 181 provvedimenti restrittivi, è stato espresso dalla presidente del consiglio Giorgia Meloni.
Meloni: “Operazione straordinaria”
“Un’operazione straordinaria dei Carabinieri del comando provinciale di Palermo – scrive la premier sui propri canali social – ha portato oggi all’arresto di oltre 180 persone, tra cui diversi boss, infliggendo un colpo durissimo a Cosa Nostra. Un risultato che conferma l’impegno incessante dello Stato nella lotta alla criminalità organizzata”.
Schifani: “La lotta alla mafia non conosce tregua”
Il plauso del presidente della Regione siciliana. “Si tratta – afferma Schifani – di un colpo durissimo alle organizzazioni criminali che continuano a minacciare la sicurezza e il futuro della nostra terra. Voglio rivolgere un sincero ringraziamento alla Procura di Palermo e all’Arma dei Carabinieri per la dedizione e la professionalità dimostrate in questa operazione di altissimo livello. Il loro instancabile lavoro è la testimonianza concreta dello Stato che agisce con fermezza per liberare la Sicilia dal giogo della criminalità organizzata. È la conferma, ancora una volta, – conclude – che la lotta alla mafia non conosce tregua e che le istituzioni sono unite e determinate nel contrastare ogni forma di illegalità”.
Galvagno: “Mantenere alto il livello di guardia”
Sul blitz arriva il commento del presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Gaetano Galvagno: “La maxi operazione antimafia delle ultime ore – scrive Galvagno in una nota – che ha permesso alle forze dell’ordine di smantellare sul nascere la ricostruzione della cosiddetta Cupola della provincia di Palermo, conferma la necessità di mantenere sempre alto il livello di guardia contro la criminalità organizzata”.
“Un compito che spetta a tutti i siciliani – continua Galvagno – ciascuno con le proprie responsabilità, per rendere sempre meno permeabile ai boss e agli uomini vicini agli ambienti mafiosi il terreno della nostra società”.
“Un plauso e un sentito ringraziamento – conclude Galvagno – vanno alla direzione distrettuale antimafia di Palermo, in particolare al procuratore Maurizio De Lucia, all’aggiunto Marzia Sabella e agli oltre 1.200 carabinieri impiegati nel blitz per il modo esemplare con cui sono state condotte le indagini e l’intera operazione”.
Lagalla: “Un colpo storico alla mafia”
Congratulazioni e ringraziamenti agli investigatori anche da parte del sindaco di Palermo Roberto Lagalla. “Rivolgo il mio sentito apprezzamento al Comando provinciale dei Carabinieri, alla Direzione distrettuale antimafia e alla Procura della Repubblica di Palermo per l’imponente blitz che ha dato oggi un colpo storico a quella mafia che cerca di riorganizzarsi nei diversi quartieri di Palermo e in provincia”.
“L’operazione di oggi – continua il sindaco – svela una Cosa nostra che utilizza le nuove tecnologie e si arricchisce, soprattutto, grazie al traffico di stupefacenti e alle estorsioni. Per queste ragioni, il ringraziamento dell’amministrazione comunale va alle forze dell’ordine, alla magistratura e agli organi investigativi per l’’instancabile impegno nella lotta alla criminalità organizzata”.
Marisa Falcone: “Cosa nostra vinta? La realtà dimostra il contrario”
“L’inchiesta di oggi dimostra che la mafia è ancora forte e radicata nel territorio e che l’idea che fosse sconfitta, solo perché aveva abbandonato per interessi la strategia stragista, era illusoria. Cosa nostra, come racconta l’indagine della Dda, continua a fare soldi in silenzio, avendo capito che gli omicidi e le stragi sono controproducenti. Se non avessimo investigatori e magistrati attenti ed esperti le cosche sarebbero più forti di prima”.
Lo dice Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni Falcone e presidente della fondazione che del magistrato porta il nome, sull’inchiesta della Dda di Palermo che ha portato all’arresto di 181 persone.
“Altro aspetto da sottolineare ,a mio avviso molto allarmante, – prosegue Maria Falcone – è la scoperta che i capimafia hanno a disposizione in carcere cellulari con cui continuano a dare ordini. Una realtà sconcertante che impone una riflessione”.
Infine Maria Falcone ribadisce l’importanza di “dotare gli inquirenti di strumenti che possano contrastare la capacità di Cosa nostra di dotarsi di mezzi tecnologici di ultima generazione, come i telefonini criptati, per sfuggire alle intercettazioni”.
Il plauso del presidente dell’Antimafia Cracolici
“Esprimo il mio plauso alla direzione distrettuale antimafia di Palermo, ai Carabinieri e alle forze dell’ordine che hanno lavorato alla maxi operazione antimafia di oggi colpendo boss, gregari e numerosi mandamenti di Palermo e provincia. Dobbiamo chiederci però cosa sta succedendo oggi nelle carceri. Altro che isolamento e regime di alta sicurezza per i mafiosi, il carcere rischia di tornare ad essere un hotel a 5 stelle per i mafiosi”. Così il presidente della commissione Antimafia all’Ars, Antonello Cracolici, commentando il blitz antimafia che oggi ha portato a 181 provvedimenti restrittivi.
Il ringraziamento di Raoul Russo (Antimafia nazionale)
“Plauso alle donne ed agli uomini dell’Arma dei Carabinieri, della Procura di Palermo e della Direzione Nazionale Antimafia che stamattina hanno condotto un maxi blitz antimafia che ha portato all’esecuzione di 183 provvedimenti restrittivi. Tra i soggetti coinvolti in questa operazione di dimensioni imponenti anche diversi boss mafiosi, scarcerati negli ultimi anni, usciti allo scoperto contro Giorgia Meloni perché temono il regime del 41 bis, il carcere duro. La mafia punta a ricostituire la cupola provinciale anche attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie. Soddisfazione per l’operato del procuratore De Lucia e di tutta la squadra. Avanti così, le istituzioni devono mantenere alta la guardia”.
Addiopizzo: abbiamo assistito chi ha scelto di denunciare
“I più importanti mandamenti mafiosi di Palermo e dell’hinterland, per estensione e concentrazione di attività economiche, sono stati ancora una volta colpiti dal lavoro significativo dei magistrati della Procura di Palermo e dagli investigatori dell’Arma dei Carabinieri. Tra i molti che, purtroppo, pagano le estorsioni, c’è invece chi nel settore dell’edilizia, supportato e accompagnato da Addiopizzo alla denuncia, ha trovato la forza e il coraggio di opporsi a minacce e condizionamenti di Cosa nostra”. Lo rende noto la stessa associazione antiracket sulla propria pagina facebook.
“Vicende che confermano – sottolinea Addiopizzo – quanto il contributo degli operatori economici resti fondamentale affinché il lavoro prezioso di organi investigativi e autorità giudiziaria possa conseguire ulteriori risultati. Adesso tocca a quegli imprenditori e commercianti ancora stretti dalle maglie delle estorsioni fare la propria parte e aggiungersi a quanti, tra i loro colleghi, nel frattempo sono riusciti a liberarsi dai condizionamenti mafiosi”.
Addiopizzo annuncia che contatterà le vittime di estorsione le cui vicende emergono dall’operazione antimafia odierna per offrire tutto il supporto possibile, confidando che queste confermino i fatti e che comincino a collaborare di loro iniziativa. “Mai come adesso il momento è favorevole per scrollarsi definitivamente di dosso il peso e i condizionamenti di Cosa Nostra, se – e solo se – gli imprenditori e gli esercenti coinvolti dall’operazione di oggi si rendessero conto di quanta strada è stata percorsa e di quanto possa essere vicina la liberazione. Solo così, con una decisa e sentita assunzione di responsabilità – conclude l’associazione -, riusciremo a sradicare il racket delle estorsioni”.