17 Novembre 2021, 12:55
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CATANIA – Carmelo Salemi è indicato dagli inquirenti il capo della cellula mafiosa di Picanello, almeno fino al suo arresto nel blitz Jungo del maggio 2020. È lui infatti, a livello mafioso, uno degli indagati chiave dell’inchiesta Picaneddu scattata il mese scorso. L’indagine dei carabinieri ha delineato gli assetti di potere e leadership mafiosa nella roccaforte dei Santapaola dopo il blitz Orfeo nel 2017. E una volta scarcerato – secondo la tesi della Dda etna – Carmelo Salemi avrebbe preso in mano le redini del gruppo mafioso, supportato da Giuseppe Russo ed Enzo Scalia.
Gli indagati dell’operazione hanno presentato ricorso al Tribunale del Riesame. L’apparato probatorio ha retto e l’ordinanza del gip è stata confermata. Tranne che per Carmelo Salemi, difeso dagli avvocati Salvatore Pace e Giuseppe Marletta. La misura è stata dichiarata inefficace perché i termini di custodia cautelare devono farsi decorrere dall’esecuzione di Jungo. Il termine di un anno è già scaduto. I giudici della Libertà in concreto hanno applicato il cosiddetto divieto di mandati di cattura a catena previsto dal codice di procedura penale.
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17 Novembre 2021, 12:55